Con il plauso dei 21 membri dell’Unesco, l’Italia ha il quarantesimo sito designato come “patrimonio dell’umanità”. II rico-noscimento è stato asse-gnato a Siracusa e alle ne-cropoli rupestri di Pantalica dopo la decisione presa a Durban, nel corso della ventinovesima sessione del Comitato dell’Unesco.
“L’Italia – come ha ricordato il sottosegretario al ministero per i Beni e le attività culturali, Nicola Bono, nel corso della conferenza stampa che si è svolta nell’ex chiesa di Santa Marta a Roma – consolida la leadership mondiale in seno alla World heritage list, portando a quaranta il numero dei propri siti”. “Con Siracusa – ha affermato l’ambasciatore italiano presso l’Unesco, Francesco Caruso – salgono a cinque i siti siciliani nella lista della World heritage list Per capire quanto il patrimonio italiano sia im-portante nel mondo, baste-rebbe un raffronto con le altre Nazioni: l’Egitto ha soli sette luoghi riconosciuti come patrimonio mondiale, per non parlare della Grecia che ne ha sole la metà rispetto alla tante delle piramidi e dei faraoni. Per iscrivere un sito bisogna superare i sei criteri dì valutazione a loro volte suddivisi in sottocriteri”.
“Bisogna – ha ribadito l’ambasciatore italiano all’Unesco – presentare dossier impeccabili e l’Italia con i suoi modelli di gestione sta diventando un esempio per tutti gli altri Paesi. Sono molte le Nazioni che vorrebbero fermare l’Italia che sta navigando a forte velocità d crocièra. ” “II nostro patrimonio culturale – ha proseguito – sta diventando strumento di politica estera Nel recente comitato di Durban – ha ricordato, pei esempio, l’ambasciatore della Bosnia ha iscritto il ponte di Mostar. Quest’ultima iscrizione è stata possibili anche grazie all’Italia, che non solo ha dato ingenti finanziamenti, ma ha fornito tutta l’expertise dei tecnici italiani.
Insomma se il ponte di Mostar, che simboleggia la riconciliazione tra musulmani e i serbo-bosniaci, è stato iscritto nella usta dei siti che rientrano nel patrimonio cultura mondiale, lo si deve in gran parte alla professio-nalità dell’equipe italiana”. “Il modello di gestione italiana funziona, ma gli obiettivi raggiungi – ha detto il ministro Stefania Prestigiacomo – devono essere visti non come un punto di arrivo ma come uno di partenza. È una grande sfida – ha aggiunto – per i dirigenti locali che debbono mostrarsi all’altezza del compiti. Occorre – ha concluso il ministro per le Pari opportunità – creare quella giusta formazione che permetta un nuove modello di sviluppo”. “Un ulteriore riconoscimento al fatto che l’Italia riesce a fare buona politica estera attraverso la cultura, è testimoniato anche dal futuro progetto di un museo virtuale dell’Unesco proprio in Italia”, ha commentato l’ambasciatore Caruso. La bellezza e l’unicità dello straordinario patrimonio artistico, storico e architettonico italiano tuttavia non bastano se – come hanno ricordato quasi tutti i relatori presentì alle Conferenza – non si pone a centro delle proprie candidature la strategia legate alla redazione dei piani d gestione. Ci sono voluti due anni e mezzo di studio e lavoro prima di presentare la candidatura di Siracusa e delle necropoli rupestri di Pantalica. Siracusa, che ha nel sottosuolo tra i nove e gli undici metri di stratificazione di cui si conoscono appena i “con notati”, è anche il luogo dove è nata la filosofia antica, il pensiero occidentale ed è la città considerata da Platone come polis ideale.
Fonte: L’Avanti 24/07/05