Gli studi, condotti dal paleologo prof. Carlo Maria D’Orazi di Ronciglione, con la collaborazione di alcuni archeologi, hanno accertato la presenza di una vasta area sacra che ricomprendeva anche il monte Cimino, il più elevato monte del Viterbese e della Tuscia intera.
Da molti anni su varie vette dei monti Cimini era già stata individuata una fase dell’età del Bronzo datata dal XVII secolo al X secolo a. C. circa queste presenze protostoriche erano già state individuate ad esempio sul monte Venere, sul monte La Palanzana, sul monte Fogliano e sul monte Cimino.
Lo stesso toponimo arcaico “monte Venere” induceva a ipotizzare legittimamente l’esistenza di un monte con una destinazione sacrale, in età antica, alla dea Venere, ipotesi questa già elaborata nel 1977 dal prof. Aldo Nestori di Roma, all’epoca professore di Archeologia Cristiana presso l’Università di Macerata e a lungo membro del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma e scomparso nel 2006.
Ricerche ulteriori condotte per diversi anni e a più riprese, di tipo archeologico, topografico, toponomastico, geologico ed etimologico hanno portato a delle conclusioni inequivocabili in proposito e cioè che l’antico lago Ciminio fu circondato da un’antichissima area sacra etrusca arcaica databile nella fase più antica al IX secolo a. C.
La presenza di questo monte – che era una bocca minore del più grande vulcano Vicano ormai spento e da tempo coperto dalle acque del lago Ciminio, indusse, insieme alla bellezza e alla suggestione dei luoghi, a fondare una vasta area sacra devozionale destinata al culto del pantheon etrusco.
Da tre estati, a partire dal 2009, è in corso sulla vetta del monte Cimino una campagna di scavo da parte del Dipartimento di Scienze Storiche Archeologiche e Antropologiche dell’Università «La Sapienza» di Roma e della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale con la partecipazione dello studioso dott. Francesco di Gennaro, del dott. Andrea Schiappelli ed altri.
Le ricerche condotte del paleologo ronciglionese Carlo Maria D’Orazi sono ancora in corso e promettono interessanti sviluppi.
Da molti anni su varie vette dei monti Cimini era già stata individuata una fase dell’età del Bronzo datata dal XVII secolo al X secolo a. C. circa queste presenze protostoriche erano già state individuate ad esempio sul monte Venere, sul monte La Palanzana, sul monte Fogliano e sul monte Cimino.
Lo stesso toponimo arcaico “monte Venere” induceva a ipotizzare legittimamente l’esistenza di un monte con una destinazione sacrale, in età antica, alla dea Venere, ipotesi questa già elaborata nel 1977 dal prof. Aldo Nestori di Roma, all’epoca professore di Archeologia Cristiana presso l’Università di Macerata e a lungo membro del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma e scomparso nel 2006.
Ricerche ulteriori condotte per diversi anni e a più riprese, di tipo archeologico, topografico, toponomastico, geologico ed etimologico hanno portato a delle conclusioni inequivocabili in proposito e cioè che l’antico lago Ciminio fu circondato da un’antichissima area sacra etrusca arcaica databile nella fase più antica al IX secolo a. C.
La presenza di questo monte – che era una bocca minore del più grande vulcano Vicano ormai spento e da tempo coperto dalle acque del lago Ciminio, indusse, insieme alla bellezza e alla suggestione dei luoghi, a fondare una vasta area sacra devozionale destinata al culto del pantheon etrusco.
Da tre estati, a partire dal 2009, è in corso sulla vetta del monte Cimino una campagna di scavo da parte del Dipartimento di Scienze Storiche Archeologiche e Antropologiche dell’Università «La Sapienza» di Roma e della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale con la partecipazione dello studioso dott. Francesco di Gennaro, del dott. Andrea Schiappelli ed altri.
Le ricerche condotte del paleologo ronciglionese Carlo Maria D’Orazi sono ancora in corso e promettono interessanti sviluppi.
Fonte: www.iltempo.it, 14-01-2012