Si sono conclusi nei giorni scorsi i lavori di messa in sicurezza e di restauro della rupe e degli affreschi presenti nelle grotte del Santissimo Salvatore a Vallerano. Vallerano è un Comune di 2.429 abitanti della provincia di Viterbo nel Lazio, che sorge a 18 chilometri dal capoluogo provinciale, a un’altitudine di 390 metri, sul versante meridionale del Monte Cimino.
L’intervento sulle Grotte del Santissimo Salvatore, finanziato dalla Regione Lazio per un importo di 200mila euro, oltre a risolvere un problema annoso legato alla pubblica incolumità e al rischio di crolli, ha riportato alla luce ambienti dell’eremo da decenni sommersi dalla terra e, soprattutto, riconsegnato in buona salute i rari affreschi in stile bizantino presenti nel sito storico archeologico, presumibilmente ascrivibili al X-XI sec. d.C.
Inoltre, attraverso metodologie di intervento, basate sull’adozione di tecniche con basso impatto ambientale, tra le quali quelle proprie dell’ingegneria naturalistica, oltre al consolidamento e al ripristino in completa sicurezza dei luoghi, è stato creato un percorso di accesso all’eremo per turisti e appassionati, mantenendo lo stato originario nel rispetto della continuità e della valenza visiva ai fini paesistico-ambientali.
“Dall’ottocento si ha conoscenza dell’esistenza della Grotta del Santissimo Salvatore – spiega l’assessore ai lavori pubblici e alla valorizzazione del patrimonio del Comune di Vallerano, Luca Poleggi -. Stiamo parlando di un importantissimo eremo e luogo di culto benedettino rupestre che si trova nella campagna valleranese e, precisamente, nella località di ‘Pantaniccio’. Da decenni le Amministrazioni comunali avevano provato ad effettuare gli interventi necessari a rendere questo bene nuovamente fruibile e accessibile, quindi per noi è motivo di grande soddisfazione aver raggiunto questo importante obiettivo”.
La Grotta fu chiamata così perché, fra le molte figure dipinte dei santi, al centro della volta oggi distrutta vi era dipinto il Santissimo Salvatore. Essa in realtà era una chiesetta affrescata facente parte di un monastero benedettino rupestre, scavato in verticale, in una rupe tufacea molto friabile. Oltre la chiesa, all’ interno della roccia, furono ricavate anche le cellette dove vivevano i monaci.
“Ciò che possiamo nuovamente osservare oggi – prosegue Poleggi – è quello che rimane del monastero, tagliato a sezione dell’ultima frana della rupe avvenuta nel 1888. Della chiesa sono sopravvissute la parete settentrionale e parte della parete posizionata a ovest e, nell’angolo formato dalle due pareti, in basso anche quello che doveva essere un altare. Gli affreschi che le decorano risultavano essere totalmente offuscati da uno strato di diverso spessore di efflorescenze saline e da un importante attacco biologico. Solo alcune figure nella parete ad ovest erano visibili in maniera parziale. Tuttavia, già alla prima operazione di disinfezione dei licheni e a una accurata estrazione dei sali, sono riapparse figure e colori originali sorprendenti con dettagli pittorici inimmaginabili, ancora più evidenti dopo la pulitura del film pittorico”.
Al centro della parete a nord, ora si può ammirare la Madonna con in braccio il Bambino. Alla sua sinistra sono raffigurate di tre quarti santa Agnese e santa Sofia, mentre, alla sua destra, sempre posizionata di profilo, troviamo santa Lucia con i santi Benedetto, Mauro e Placido, posizionati invece frontalmente. Nella parete parziale posizionata ad ovest, invece, la leggibilità della scena dell’Eucarestia con Gesù che porge il calice a Pietro si è arricchita nei dettagli non visibili prima del restauro eseguito dalla restauratrice Francesca Piccioni.
“Il progetto ideato e diretto dall’architetto Enea Franchi – conclude il sindaco di Vallerano, Adelio Gregori –, attraverso dei lavori vasti e complessi, ha consentito di risanare il versante della rupe che ospita l’eremo e di eliminare le condizioni di instabilità presenti nell’area, contenendo i fenomeni di dissesto idrogeologico potenziali e in atto. Raggiunto questo primo importante obiettivo, è intenzione dell’Amministrazione comunale proteggere, conservare e promuovere questo incredibile sito archeologico. Abbiamo, infatti, già messo in bilancio una somma dedicata alla manutenzione delle grotte. Ma, oltre a questo, stiamo realizzando un progetto, volto all’ottenimento di finanziamenti, che possa assicurare all’eremo ulteriori interventi finalizzati a garantirne la più ampia fruizione. Infine, insieme all’assessore Poleggi e alla consigliera con delega alla cultura, Lidia Gregori, stiamo lavorando a un evento nel quale, oltre a presentare i lavori realizzati, intendiamo condividere con la cittadinanza e con i principali portatori di interesse le peculiarità e il valore storico architettonico di questo luogo straordinario a cui finalmente siamo stati capaci di dare la giusta valorizzazione”.
Fonte: www.stilearte.it, 3 mar 2022