Un primo e nuovo studio dal titolo ‘Homo communicans (I parte). Ricostruzione tecnologica del motivo a fasci tratteggiati sulla lamina calcarea Spe 04 14 0 ‘P’ di grotta s. Pellegrino (Laterza – Taranto)’, firmato da Vincenzo Stasolla con la collaborazione della fotografa Enrica Falco, è uscito sulla nota rivista Antrocom Online Journal of Anthropology n.13/1 2017.
Obiettivo della ricerca è stato quello di ricostruire la gestualità per la produzione delle incisioni su un frammento di lamina calcarea ricoperta di ‘ocra’ rossa, attribuibile alle fasi finali del Paleolitico superiore. Grazie ad osservazioni dal vero e al microscopio, e usufruendo del confronto tra le incisioni sperimentali e quelle archeologiche, si è potuta elencare una serie di elementi discriminanti, con le quali è stato possibile anche aggiornare il dizionario relativo ai risultati delle azioni longitudinali (le incisioni, per mezzo della cosiddetta ‘percussione posata’).
L’estrema regolarizzazione dei segni richiama un’intenzionale volontà di ordine nell’organizzazione degli spazi e nella resa finale, dove si predilige l’ortogonalità.
Il suo stato frammentario, dedotto dagli elementi diagnostici di frattura lungo i tre lati e dalle lacune che interrompono lo sviluppo dei tratti, impedendone la lettura del manufatto, tuttavia non hanno impedito di ipotizzarne, se non le dimensioni, almeno l’aspetto formale: valutando altri esemplari dell’Epigravettiano finale (intorno a 12/9 mila anni dal presente), è stato possibile osservare come il motivo tratteggiato risulti secondo uno schema che segue gli assi morfologici del manufatto.
I tratti sono stati ottenuti per percussione posata – alla stessa maniera con cui gli scolari utilizzano tutt’oggi un moderno cutter per incidere i propri nomi sui banchi di scuola – con uno strumento in pietra (un bulino o una punta, o comunque uno strumento con la parte attiva ad angoli definiti e non ritoccati), molto probabilmente mediante azioni ripetute all’interno dello stesso tracciato.
Grotta san Pellegrino è posizionata a Est dell’omonimo canale che si articola nelle rocce calcaree mesozoiche delle gravine di Laterza (provincia di Taranto, Puglia), connesse alla litostratigrafia del Calcare di Altamura sottoposto a evidenti fenomeni carsici. Scoperta nel 1972, Grotta san Pellegrino fu documentata per la prima volta nel 1980 dal Gruppo Speleologico Martinese (Palmisano 1980) e nel 2002 dal Centro di Documentazione Speleologica dell’Alto Salento (Laddommada 2006). Oggigiorno il monitoraggio scientifico di Murgia e grotta s. Pellegrino è condotto da Vincenzo Stasolla con la collaborazione e consulenza scientifica della sezione di Paletnologia dell’Università di Bari (confronta anche la bibliografia nel testo).
La attività di ricerca sono state possibili grazie al sostegno della Soprintendenza
È possibile consultare le immagini di questo contributo in alta definizione, scaricandole da: https://www.researchgate.net/…/316215401_Homo_communicans_I….
Contatti: Vincenzo Stasolla (Università degli Studi di Bari) – 74013, Ginosa (Ta), Italy – tel. cell. +39 327 30 31 282
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