Una struttura funeraria, presumibilmente di età ellenistica (III secolo a.C.) è venuta alla luce a Vieste, nel cortile interno dell’edificio municipale, dove è ospitata anche una scuola elementare, durante i lavori di costruzione di una vasca antincendio.
Secondo gli esperti, si tratta di una scoperta «di estremo interesse», poiché nell’area garganica e tra i ritrovamenti recenti «tale tipologia architettonico-funeraria, appare nuova e forse unica nel suo genere». Come spesso accade, la scoperta archeologica è avvenuta per caso.
Sono stati gli operai dell’impresa «Florio costruzioni», intenti a scavare un vano sotterraneo nel cortile interno dell’imponente edificio del Comune, a rinvenire la struttura funeraria, in un primo momento scambiata per un grosso masso di roccia calcarea. Appena resisi conto che quella lastra non era una semplice pietra, gli operai hanno avvertito le competenti autorità, tra cui l’ispettore onorario di Vieste dei beni architettonici e del paesaggio, Giuseppe Ruggieri. Questi, in un primo sommario sopralluogo, ha potuto rilevare che la struttura funeraria, rinvenuta nel banco sabbioso fossile a circa 3 metri e mezzo dal piano di calpestio, è allocata in asse nord est-sud ovest, per una lunghezza di due metri circa, la cui copertura, cioè la parte finora venuta alla luce, è costituita da blocchi di calcare a doppia falda insistenti su altri blocchi che formano la semicamera funeraria. Segnalato da Ruggieri l’importante rinvenimento al soprintendente archeologo di Taranto, Giuseppe Andreassi, questi ha inviato sul posto l’archeologa responsabile, Giovanna Pacilio, la quale ha confermato la straordinarietà dell’evento.
«Anche se occorre ancora evidenziarla per esprimerci con più precisione – ha riferito Pacilio – la circostanza importante è che si tratta della prima struttura tombale di questo genere in ambito dauno. La scoperta ci potrà riservare poco o tanto, a seconda della fortuna che avremo. Ma anche se questa tomba dovesse essere vuota, ma non credo, si tratta in ogni modo di una scoperta importantissima».
L’attenzione degli archeologi è puntata sul contenuto della tomba che, come detto, è completamente intatta. Per cui, come era costume all’epoca, all’interno, considerate anche le dimensioni del sepolcro, è del tutto probabile che sia custodito il corredo funerario, oltre ai resti del defunto o dei defunti, in quanto, sempre secondo le ipotesi degli esperti, potrebbe trattarsi di una tomba di famiglia. Particolarmente entusiasta del rinvenimento, l’ispettore onorario di Vieste dei beni architettonici, Giuseppe Ruggieri, il quale parla di un caso unico: «Documenti storici ci hanno fatto sapere della presenza nel territorio viestano di strutture funerarie di una certa importanza, ma mai si era riusciti a portarli alla luce.
Questa tomba – afferma Ruggieri – assume una particolarissima importanza in considerazione della sua monumentalità, espressione di un ceto emergente ed aristocratico che viveva in questa cittadina che batteva anche moneta».
Domani, intanto, riprenderanno i lavori di scavo, dopo che tutto il sito è stato messo in sicurezza (vigilano carabinieri e polizia municipale). L’amministrazione comunale ha confermato il pieno appoggio alla Sovrintendenza, manifestando piena disponibilità a contribuire al recupero e alla valorizzazione della struttura funeraria che, oltre all’aspetto prettamente storico-culturale, può costituire un valore aggiunto al settore turistico della città.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno Capitanata 09/07/2006
Autore: Gianni Sollitto
Cronologia: Arch. della Magna Grecia