Due statue funerarie, dedicate ad una coppia di sposi, sono emerse nel corso dello scavo condotto lungo la necropoli di via Nicotera a Vico Equense. Si tratta di 2 statue in tufo stuccate, opera certamente di scalpellini locali, raffiguranti un uomo e una donna, riconducibili al periodo romano imperiale (I sec a.C.), ad oggi poco documentato a Vico Equense.
Lo scavo di via Nicotera, è stato iniziato tra il 2006 – 2007, dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei (SANP), responsabile della zona Tommasina Budetta, ed ha restituito una necropoli dove le tombe erano disposte su terrazzamenti naturali, intorno a piazzole delimitate da muri in opus reticolatum.
Nel settore Sud, sono emerse tombe del tipo a cappuccina, databili tra la fine del III sec. e il I sec. a.C., che testimoniano l’uso del rito inumatorio.
Il settore Nord, invece, venne occupato tra il I sec. a.C. e il I sec.d.C., fino al momento dell’eruzione del 79 d.C. ed è stato luogo di indagine nell’ultima campagna di scavi (gennaio-febbraio 2008).
Quest’ultimo scavo ha permesso di individuare il tracciato di un asse viario antico costituito da breccioline calcaree di origine alluvionale e fornito di due lunghe carreggiate. Il percorso rappresenta, con molta probabilità, la via di accesso alla necropoli ma potrebbe anche costituire un tratto della Via Minervia che da S. Maria del Toro discendeva poi per l’attuale Via Nicotera. E probabilmente ricalcava un asse viario più antico risalente al V secolo a.C..
E’ lungo questo percorso che sono state ritrovate le due statue a testimonianza del fatto che in antico le facciate dei monumenti funerari correvano lungo l’asse stradale.
“Questa recente scoperta è particolarmente rilevante – dichiara l’archeologa Budetta – in quanto documenta la continuità dell’insediamento dall’età arcaica a quella romana. Infatti, poco distante furono rinvenute tombe del VI sec. a.C., i cui reperti sono oggi esposti nel locale Antiquarium inaugurato nel 2001 dalla SANP.”
Le indagini di scavo avevano già portato alla luce interessanti testimonianze del rito incineratorio nelle sue forme diversificate. Le ceneri erano deposte in olle segnalate da cippi o da stele iscritta o in cassette lignee ricoperte da tegole a doppio spiovente. È stata ritrovata, inoltre, una sepoltura del tipo a columella, ed anche per questa è stata utilizzata come osteoteca una cassetta di legno, di cui si sono conservati numerosi chiodi di ferro e bronzo. Accanto alla sepoltura è stato ritrovato l’ustrinum che rappresenta il luogo della pira esclusivamente per questa sepoltura. I corredi di queste ultime sepolture hanno restituito fibule di ferro e di bronzo, balsamari vitrei e lucerne, anche questi conservati presso l’Antiquarium.
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Fonte: Sopr. Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei 29/05/2009
Cronologia: Arch. Romana
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