Che il sito archeologico di Monte Pucci, già in passato, avesse suscitato interesse tra gli studiosi, era noto.
Quello che la giornata di giovedi 18 ottobre, memorabile per la storia di Vico del Gargano e dell’intero comprensorio, avrebbe riservato ai giornalisti, agli archeologi, ai responsabili della Sopraintendenza di Foggia e Bari, onestamente era difficile da prevedere: durante la conferenza stampa, un’importante ritrovamento in “diretta”. Mentre le telecamere e i giornalisti erano occupati ad ascoltare i tecnici, gli “addetti ai lavori” continuavano nella loro azione.
Ma andiamo per ordine.
Per giovedi 18 alle ore 12,00, il Sindaco di Vico del Gargano, Pierino Amicarelli aveva convocato una conferenza stampa inerente i lavori in corso relativi al “Progetto di tutela e valorizzazione storico-archeologico-naturalista della Necropoli Paleocristiana di Monte Pucci”. Presenti la dott.ssa Giovanna Pacilio e il dott. Pino Compagni, della Soprintendenza Beni Archeologici della Puglia; l’arch. Michele Giglio, direttore dei lavori; i progettisti; il Geom. Valentino Piccolo, Direttore del Gruppo Archeologico Garganico “Silvio Ferri”; gli operai della ditta responsabile dell’esecuzione del progetto, numerosi giornalisti locali oltre al noto Enzo Del Vecchio di RAI3.
Il Presidente del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, accorso sul sito, ha voluto assistere personalmente agli scavi e visitare l’intera area, accompagnato dal prof. Nello Biscotti, botanico e studioso locale.
Nel corso della conferenza, si è appreso che nell’effettuare lavori di pulizia del sito, a causa del crollo di un ipogeo che ha totalmente coperto la base, sono state ritrovate casualmente alcune tombe, “sfuggite” al saccheggio degli anni ’30 e ’40, quando aleggiava nel paese la leggenda del “tesoro” di Monte Pucci. Ma questa è un’altra storia che racconteremo prossimamente.
Tra lo stupore e la voglia di aggiungere altri preziosi tasselli alla nostra storia, con cautela e professionalità, un’intera squadra composta dall’archeologo Francesco Colletta, dai restauratori Lucera e Savino, sono stati rinvenuti oggetti preziosissimi, non certamente da un punto di vista economico, ma altamente storico. Infatti per le loro caratteristiche, per i materiali e per le modalità di utilizzo, potrebbero far rivedere agli storici intere datazioni.
Si potrebbe passare dal III-IV secolo d.c., addirittura ai primi secoli avanti Cristo, il tutto chiaramente, è stato partecipato e sottolineato con estrema cautela.
Una scoperta che assume significati importanti per diverse motivazioni: ipogei che presentano varie stratificazioni con relative sepolture di diverso genere, oggetti di corredo, atipicità di alcuni elementi decorativi, materiali in vetro, bronzo, legno.
Interessantissima una brocchetta di vetro, ritrovata “miracolosamente” intatta, come ha commentato la Pacilli, che potrebbe far supporre a defunti di un elevato ceto sociale. L’ipotesi è che i contenitori in vetro, avrebbero potuto contenereprofumi o essenze particolari. La presenza di braccialetti, monili in osso, legno e bronzo, collane, orecchini, oltre a lucerne intatte e facilmente repertabili, spinge gli studiosi e i ricercatori, nella non facile opera di ricostruzione storica. E’ certo che il sito archeologico di Monte Pucci, ripropone un tema molto delicato: reperire tutte le risorse economiche a disposizione per creare un polo didattico-culturare come possibile e frubile alternativa al turismo estivo.
Lo ha dichiarato il sindaco Pierino Amicarelli, convinto che unendo le forze e le competenze che Parco Nazionale e Soprintendenza dispongono, il Comune di Vico possa legittimamente sperare in un progetto di più alto respiro finalizzato ad accogliere e far conoscere l’immenso patrimonio archeologico. “Abbiamo già un museo nella moderna biblioteca comunale”, ha concluso Amicarelli, “siamo convinti che questa giornata possa diventare memorabile anche per le future generazioni.
Un percoso di 27 ipogei, alcuni già noti altri rinvenuti grazie ai lavori attuali, un potenziamento delle strutture già esistenti a Vico, potrebbero cambiare l’economia e la storia del nostro paese. Bisogna crederci e continuare a lavorare in questa direzione. Dico grazie alle Forze dell’Ordine intervenute, ai tecnici, al Presidente Pecorella, alla Soprintendenza, alla stampa e ai volontari, occorre da oggi uno sforzo cimune per non disperdere ciò che la storia ha voluto “riconsegnarci”.
Fonte: http://www.fuoriporta.info, 19 ott 2012
Autore: Michele Lauriola