L’alto Lazio “La Tuscia” fu terra in cui vissero per molti secoli gli ETRUSCHI, dopo di loro i ROMANI, poi arriviamo noi. A differenza di noi loro adoravano gli DEI.
Gli dèi etruschi alle origini della civiltà erano semplici entità, spiriti privi di forma che si manifestavano occasionalmente.
È solo con la fase orientalizzante che, sotto l’influsso culturale dei greci, le divinità etrusche assumono l’aspetto antropomorfo. I tre dèi più importanti sono: Tinia (che corrisponde a Zeus), la sua sposa Uni (Era) e loro figlia Menrva (Atena). Altri dèi importanti sono: Turms (Ermes), Fufluns (Dioniso) e Voltumna.
Oltre agli dèi esistevano anche i demoni, che secondo la credenza etrusca si incontravano dopo la morte.
I principali sono: Charun (che corrisponde pienamente al Caronte dei greci), un demone che accompagnava le anime nell’aldilà ed è raffigurato alato, con una bocca simile a quella degli uccelli e con orecchie aguzze; era armato di un martello. Un altro demone ostile è Tuchulcha: anch’esso è raffigurato con un becco, due ali e coperto di serpenti sulla testa. Una dea amichevole è invece Vanth.
Nella cultura etrusca la divinazione occupava un ruolo fondamentale. Essa si basava sul concetto di predestinazione, secondo il quale la vita di ogni essere vivente sarebbe già stata scritta dagli dèi fin dalla nascita.
L’arte divinatoria permetteva all’uomo etrusco di prevedere, attraverso lo studio di segni specifici, la volontà divina e quindi il proprio destino.
Eccoci dunque che dopo migliaia di anni viene alla luce un Templum come spazio sacro in cui gli Etruschi/Romani adoravano i loro DEI. Templum rimasto custodito e nascosto fino a pochi anni fa, a testimonianza di un antico culto che le popolazioni etrusche-romane avevano ereditato dai greci e che qui fu intensamente esercitato dal III° sec. avanti Cristo fino al II° sec. dopo Cristo, come dimostrano i numerosi reperti ed ex voto qui trovati.
ll tempio alla dea Demetra è stato scoperto nei pressi di Vetralla in località Macchia dei Valli nell’aprile 2006 dalla Soprintendenza archeologica all’Etruria Meridionale. Si tratta di un edificio risalente all’epoca etrusco-romana al cui interno sono stati rinvenuti diversi reperti: ci sono manufatti che raffigurano organi genitali maschili e femminili la cui presenza ha permesso di collegare la struttura alle dea della fertilità. La dea si identifica nella Demetra dei Greci, assimilata dagli Etruschi alla dea Vei, che fu venerata dai Romani come Cerere. Il complesso è costituito da una serie di ambienti rupestri e da una piccola struttura costruita in blocchi di peperino, cella della divinità femminile, nella quale è stata rinvenuta la statua con gli arredi di culto ancora in situ.
La scultura di piccole proporzioni, rappresenta una figura femminile che indossa un chitone con cintura alta ed un mantello che le copre la testa; nella mano destra tiene una patera umbilicata, la mano sinistra ha una lacuna antica: manca delle prime tre dita, che erano rappresentate forse nell’atteggiamento di chi sorregge un mazzetto di spighe, evidente richiamo alla fertilità della terra.
L’opera è un tipico prodotto ellenistico, situabile alla fine del III – inizi II secolo a. C.
Una volta dentro, ad una sorta di piccola “casetta” al cui interno erano collocate le statue di Demetra e Persefone.
Oggi le statue sono al museo Albornoz, a Viterbo, dove è stato ricostruito il tempietto, uguale a quanto si vede tutt’ora sotto i grandi massi che la sovrastano.
Il posto è alquanto carico di energie positive e anche un pò magico. Sono sicuro che custodisce altre sorprese. Da quanto ho potuto documentare non si tratta del solo tempio di DEMETRA ma di un complesso molto piu vasto, come si evidenzia da altri ruderi e indizi già presenti in alcuni manufatti, nei dintorni.
Fonte: www.francosartist.it, 9 giu 2022