La prima presenza della nostra specie Homo Sapiens, in Italia si è registrata al Riparo Mochi dei Balzi Rossi di Ventimiglia. La clamorosa scoperta, in attesa di essere pubblicata sul giornale ufficiale, per avere valenza scientifica, è stata fatta in questi mesi grazie alle ricerche archeologiche riavviate dal 2007 dal dott. Angiolo Del Lucchese (Soprintendenza per i Beni archeologici della Liguria) e dal dott. Stefano Grimaldi (Laboratorio“Bagolini” del Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni culturali dell’Università di Trento) con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma.
Secondo le tracce lasciate ed i resti di utensili primitivi rinvenuti durante gli scavi, il primissimo arrivo dell’Homo sapiens sul sito è avvenuto intorno a 42 mila anni fa, rendendolo, di fatto, il più antico d’Italia.
“Questa scoperta – evidenzia il dottor Grimaldi – testimonia che i Balzi Rossi sarebbero il primo sito abitato dall’uomo sapiens. Ed è destinata a riscrivere e rivedere la letteratura scientifica circa la presenza della specie primitiva in Italia”.
Presumibilmente, stando alle illustrazioni di Grimaldi, è provenuto dalla Valle del Rodano, della vicina Francia, e in questo punto mediale aveva la possibilità di muoversi sia verso l’Italia che verso la Francia. Com’è noto, era un uomo mobile al contrario di Neandertal, che era in prevalenza stanziale.
Come detto, le prime testimonianze della loro presenza risalgono a circa 42000 anni fa, risultando precedenti a quelle del sito di Riparo Fumane (Verona) finora considerato il più antico in Italia. Con i nuovi risultati, il Riparo Mochi e l’area dei Balzi Rossi possono essere considerati a tutti gli effetti come la porta di ingresso in territorio italiano dei primi gruppi di Homo sapiens che in quel periodo si diffusero in una Europa ancora occupata dai Neandertaliani. Intanto, il prestigioso laboratorio per datazioni di reperti archeologici, il Research Laboratory for Archaeology di Oxford nel Regno Unito, ha datato la sequenza stratigrafica del deposito del Riparo Mochi ottenendo risultati scientifici che si sono rivelati di straordinario interesse e quindi presentati in un convegno internazionale tenutosi nel mese di Aprile 2011 a Oxford.
A causa del momento di congiuntura economica a livello globale, i fondi destinati alla ricerca sono stati tagliati. Il comune di Ventimiglia, però, con l’Assessore Spinosi in prima linea ha provato a credere nel progetto avviato già l’anno scorso ospitando il gruppo di lavoro, che ha fatto l’importante scoperta.
Secondo le tracce lasciate ed i resti di utensili primitivi rinvenuti durante gli scavi, il primissimo arrivo dell’Homo sapiens sul sito è avvenuto intorno a 42 mila anni fa, rendendolo, di fatto, il più antico d’Italia.
“Questa scoperta – evidenzia il dottor Grimaldi – testimonia che i Balzi Rossi sarebbero il primo sito abitato dall’uomo sapiens. Ed è destinata a riscrivere e rivedere la letteratura scientifica circa la presenza della specie primitiva in Italia”.
Presumibilmente, stando alle illustrazioni di Grimaldi, è provenuto dalla Valle del Rodano, della vicina Francia, e in questo punto mediale aveva la possibilità di muoversi sia verso l’Italia che verso la Francia. Com’è noto, era un uomo mobile al contrario di Neandertal, che era in prevalenza stanziale.
Come detto, le prime testimonianze della loro presenza risalgono a circa 42000 anni fa, risultando precedenti a quelle del sito di Riparo Fumane (Verona) finora considerato il più antico in Italia. Con i nuovi risultati, il Riparo Mochi e l’area dei Balzi Rossi possono essere considerati a tutti gli effetti come la porta di ingresso in territorio italiano dei primi gruppi di Homo sapiens che in quel periodo si diffusero in una Europa ancora occupata dai Neandertaliani. Intanto, il prestigioso laboratorio per datazioni di reperti archeologici, il Research Laboratory for Archaeology di Oxford nel Regno Unito, ha datato la sequenza stratigrafica del deposito del Riparo Mochi ottenendo risultati scientifici che si sono rivelati di straordinario interesse e quindi presentati in un convegno internazionale tenutosi nel mese di Aprile 2011 a Oxford.
A causa del momento di congiuntura economica a livello globale, i fondi destinati alla ricerca sono stati tagliati. Il comune di Ventimiglia, però, con l’Assessore Spinosi in prima linea ha provato a credere nel progetto avviato già l’anno scorso ospitando il gruppo di lavoro, che ha fatto l’importante scoperta.
Autore: Renato Agalliu
Fonte: www.sanremonews.it, 28/10/2011