Nella Basilica di Santa Maria Assunta di Torcello sono stati completati i lavori di restauro dei mosaici dell’abside, promossi dall’Ufficio Beni culturali e Edilizia del Patriarcato, grazie al contributo di Save Venice e perciò nei prossimi giorni saranno smontati i ponteggi. Ma Torcello torna a stupire e a “raccontare” la sua storia: una chiesa carolingia con una veste bizantina. Infatti nella cattedrale emergono altre tracce di affreschi del IX secolo.
Nuove tracce che confermano quanto ipotizzato a partire dal febbraio del 2020 e precedentemente annunciato dopo i ritrovamenti avvenuti in un’apertura nella falda meridionale della copertura della basilica, al di sopra dello spazio occupato dal mosaico della cappella laterale detta “diaconicon” (guardando l’altare maggiore la quella di destra). Dietro ai mosaici è stata trovata traccia di affreschi rappresentanti San Martino vescovo e la vita della Vergine Maria, con iscrizioni di carattere carolingio. Ora altri riferimenti sono stati trovati sia in presbiterio, che dietro l’altare della cripta, che nella seconda cappella laterale.
Tracce preziose. Dietro ai marmi del presbiterio di Santa Maria Assunta si celano, dunque, le preziose tracce di come doveva essere la cattedrale prima di subire un processo di “trasformazione” con la progressiva realizzazione dell’apparato musivo. Un cambiamento di estetica, ma anche di teologia e di orientamento politico, per dare a Torcello e alla laguna veneta un orientamento diverso, rivolto a oriente e perciò più “autonomistico” rispetto alla terraferma. Ora si attenderanno le indicazioni della Sovrintendenza per comprendere come proseguire le indagini e gli studi.
Dal febbraio del 2020 lo studio e la cura di tutti i processi di ricerca archeologica sono curati dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con il Patriarcato di Venezia e sono diretti dal professor Diego Calaon.
Presto gli affreschi visibili. Nei prossimi giorni, con i ponteggi smontati, i segni degli affreschi potrebbero già essere visibili. Rimarranno i ponteggi nell’area del coro/synthronon.
Nel frattempo continuano i lavori alle 13 tavole lignee dell’iconostasi raffiguranti i dodici Apostoli e la Vergine, che entro dicembre dovrebbero tornare nei loro alloggiamenti sulla trabeazione poggiante sulle colonne che dividono il presbiterio dal resto della navata. Attualmente le tavole sono sostituite da delle riproduzioni digitali.
Alcune considerazioni significative possono emergere a partire dal fatto che ora queste evidenze archeologiche consentono di datare significativamente le strutture murarie principali attorno al IX secolo, indicando nell’apparato dei mosaici una operazione scenografica di profondo restyling. Risulta inoltre evidente la presenza di intonaci interni, ma anche esterni.
Le fonti tradizionali più antiche vogliono la nascita della prima cattedrale torcellana, eretta col titolo di Santa Maria Madre di Dio, a partire dalla prima metà del VII secolo su indicazione dell’Esarca di Ravenna Isacio per dare una nuova sede alla Diocesi di Altino. Appena l’anno precedente, infatti, la piccola Turricellum divenne luogo di rifugio, durante l’invasione dei Longobardi, per il vescovo Paolo e la sua comunità, i quali portarono con sé il corpo di Sant’Eliodoro ed il tesoro della loro cattedrale altinate.
Sulle fasi successive della cattedrale vi erano molte ipotesi. Ora è possibile affermare che la fabbrica attuale della basilica di Torcello costituisce un importante manufatto la cui struttura fondamentale è legata all’epoca carolingia. Su questo e su molto altro dovranno ora confrontarsi gli studiosi, in accordo con la Sovrintendenza.
Autore: Marco Zane
Fonte: www.genteveneta.it, 24 luglio 2021