Mura alte tre metri e opere di consolidamento del I sec. d. C. Man mano che proseguono gli scavi sul costone del Belvedere Adriatico emergono nuovi reperti. Ma è soprattutto la particolarità degli interventi di consolidamento eseguiti dai romani su quelle mura che interessa e affascina gli studiosi.
”Ecco perché non appena questa mura sono spuntate dalla terra ho parlato di scoperta eccezionale”, spiega l’ispettore della Sovrintendenza archeologica di Chieti, Andrea Staffa.
Le dichiarazioni dello studioso sono state contestate dall’Arci, che ha accusato Staffa di aver spacciato la scoperta come ritrovamento recente.
”Si è trattato davvero di un grosso equivoco”, replica Staffa, “davanti alla maestosità della Porticus non ho parlato di scoperta eccezionale e inaspettata, ma di eccezionale stato di conservazione dei manufatti. Ho parlato della Porticus in un volume risalente al 1982 e ancora nella carta archeologica del 1995. Ho collaborato persino nella stesura di una tesi di laurea sulla Porticus. Ma non immaginavo che la struttura potesse estendersi così all’interno del costone, né che i secoli avessero lasciato intatti i pilastri e gli interventi di consolidamento eseguiti dai romani per sanare i danni provocati da una frana nel 346. Sui reperti riaffiorati è evidente la lesione provocata dal movimento franoso, ma anche le opere di consolidamento che hanno retto anche alla frana del 1956. Se non è eccezionale questa scoperta”.
Lo stato di conservazione dei manufatti è quindi ora oggetto di indagine e studio da parte degli esperti.
Non appena finiranno saggi, scavi e rilievi, la Sovrintendenza terrà una conferenza stampa per meglio illustrare le caratteristiche del manufatto. L’amministrazione, nel frattempo, ha stanziato 600 mila euro per il completo recupero del complesso edilizio che sarà inserito nel progetto del Parco archeologico istoniense.
Fonte: www.patrimoniosos.it 15/04/05
Cronologia: Arch. Romana