Una nave romana è stata trovata nei fondali del porto di Ustica nel corso delle lezioni di archeologia e scienze subacquee organizzate dalla rivista «Archeologia Viva». Grossi pezzi dell’imbarcazione individuata nel fondale della Cala Santa Maria si trovano tra i 25 e 35 metri. Sono stati individuati nel corso di diverse lezioni di archeologia subacquea tenute dalla rivista in collaborazione con la Soprintendenza di Palermo e con le Università di Foggia e Palermo.
Lo scorso anno le ricerche hanno interessato la zona del porto. Quest’anno ci si è spostati sulla sponda destra del porto. Qui è avvenuto il ritrovamento. “Stiamo recuperando i pezzi e li stiamo catalogando per poter individuare con esattezza il periodo storico della nave – afferma Piero Pruneti direttore della rivista “Archeologia Viva” – Al momento l’unica cosa certa è che si tratti di una nave romana probabilmente del primo secolo avanti Cristo. Ma si tratta al momento solo di ipotesi. Successivamente, potremo essere più precisi”. Per i sessanta partecipanti alla quattordicesima edizione delle lezioni di archeologia e scienze subacquee un’esperienza davvero unica visto che avranno la possibilità di scandagliare i fondali del porto di Ustica alla ricerca di altri navi puniche e romane che per secoli hanno trovato riparo nell’insenatura naturale dell’isola.
”L’isola, dal IV secolo avanti Cristo al V secolo dopo Cristo, ha rappresentato un punto di approdo per le rotte commerciali tra l’Africa e Roma. Il suo porto naturale ha rappresentato per migliaia di imbarcazioni una naturale sosta nel lungo viaggio con il quale si portava il grano coltivato a Tunisi e in altre regioni africane a Roma – aggiunge Piero Pruneti – Questo ce lo dicono oltre il ritrovamento della nave, i tanti reperti, vasellame e anfore, che sono stati già ritrovati nel fondale di Cala Santa Maria”. Reperti che non dovranno essere recuperati e trasportati all’interno di un museo. Ma potranno e dovranno restare in mare catalogati e utilizzati per un percorso subacqueo. Che l’isola fosse meta stabile dei romani non è una novità. L’ultima testimonianza è stata la scoperta fatta lo scorso anno dalla Soprintendenza nel corso dei lavori per la centrale fotovoltaica. “Quando è bastato scavare per fare affiorare una villa romana – afferma il sindaco Aldo Messina -. Una costruzione, probabilmente del V sec. d. C. che è solo l’ultimo esempio di quanto sia ricca di storia l’isola di Ustica. Per questo anche quest’anno abbiamo sostenuto l’iniziativa di “Archeologia Viva”, certi che dall’ambiente e dalla cultura passa lo sviluppo dell’isola”.
Fonte: Giornale di Sicilia Palerno 28/08/2005
Autore: Ignazio Marchese
Cronologia: Arch. Romana