Recenti studi effettuati da moderni scienziati ha dimostrato come il cemento dei romani fosse più ecologico e durevole del moderno cemento.
Il calcestruzzo è il materiale di costruzione più utilizzati nel mondo moderno, ma il suo ruolo nella creazione di carbonio durante i processi produttivi è spesso trascurato.
A livello mondiale si stima che si consumi circa 19 miliardi di tonnellate ogni anno, e le alte temperature necessarie per produrlo sono responsabili del 7% di tutte le emissioni di anidride carbonica che produce l’uomo.
Paulo Monteiro, un ricercatore presso il Dipartimento di Laboratorio Nazionale di Energia Lawrence Berkeley US ha pubblicato recentemente un suo studio che parte dell’analisi del cemento che producevano i romani partendo da un mix di materiali quali calcare e argilla che consentiva di essere cotti ad una temperatura molto più bassa degli attuali 1480 gradi del cemento Portland.
Il risultato è stato quello di un cemento ugualmente molto forte ma molto meno dannoso per l’ambiente.
E’ stato sempre sottovalutata l’importanza delle ceneri vulcaniche utilizzati dai romani nel loro impasto per il cemento.
Eppure la cenere vulcanica è abbondante in quasi tutte le parti del mondo.
L’unico difetto del cemento romano è che solidifica in tempi più lunghi del nostro per cui è difficilmente utilizzabile per edifici quali ponti o dighe…ma è anche indubbio che la sua resistenza nei secoli è nettamente superiore del nostro.
Autore: Jason Koebler
Fonte: http://www.USNews.com, 9 giugno 2013