Le popolazioni che abitavano l’Europa settentrionale tra 8000 e 5000 anni fa furono riluttanti a introdurre le pratiche agricole che si diffondevano da sud e ad accettare i cambiamenti culturali che portavano con loro: lo testimonia il fatto che nello stesso arco di tempo, nell’area del Baltico gli ornamenti personali rimasero praticamente gli stessi, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “PLOS ONE” da Solange Rigaud della New York University e colleghi.
L’agricoltura fu introdotta circa 12.000 anni fa nella Mezzaluna Fertile, una regione che comprendeva grossomodo la Mesopotamia, il Levante e l’Egitto, e si diffuse in Europa tra 8500 e 5500 anni fa con la migrazione di popolazioni originarie di quelle zone. Questa fondamentale tappa della civiltà è scarsamente documentata, ma alcune informazioni circa la cultura legata a questi nuovi mezzi di sussistenza possono essere ricavate dallo studio dei resti di oggetti ornamentali, quali collanine e braccialetti, che riflettono usi e dei costumi delle antiche civiltà.
Nel caso degli agricoltori che dal Medioriente si spostarono nell’Europa meridionale e centrale, dalle coste dell’attuale Grecia fino all’attuale regione francese della Bretagna e in tutta l’area mediterranea, gli studi hanno evidenziato l’uso di nuovi tipi di oggetti ornamentali e di altri elementi di vestiario.
Per comprendere in che modo questi elementi culturali furono assorbiti gradualmente dalle popolazioni che vivevano più a nord durante questo periodo, Rigaud e colleghi hanno analizzato 224 tipi di resti di oggetti ornamentali utilizzati dagli ultimi raccoglitori indigeni e dalle prime popolazioni di agricoltori, ritrovati in 334 siti europei e risalenti a un periodo a cavallo tra la fine del Mesolitico e l’inizio del Neolitico antico, tra 8000 e 5000 anni fa circa.
Dall’analisi dei reperti è emerso che le popolazioni dell’Europa del Nord, in particolare delle zone che si affacciano sul Baltico, continuarono a utilizzare per secoli gli stessi ornamenti personali tipici delle precedenti popolazioni di cacciatori e raccoglitori. Questa riluttanza secondo Rigaud e colleghi è da interpretare come una resistenza culturale, le cui radici rimangono per ora sconosciute, durante la transizione.
“Questa scoperta va ben oltre l’agricoltura”, ha spiegato Rigaud. “Ci consente infatti di gettare uno sguardo alle dinamiche culturali dell’Europa di migliaia di anni fa, quando le regioni del sud e del centro del continente progredivano in molti campi, mentre quelle del nord mantenevano le loro tradizioni”.
Fonte: www.lescienze.it, 9 apr 2015