Negli ultimi trent’anni l’archeologia preventiva ha fatto luce sull’importante realtà archeologica della città di Udine. Interventi sinergici, sebbene discontinui e in spazi limitati, offrono ora importanti spunti per lo studio dell’intero sistema insediativo, dall’età protostorica al Rinascimento.
Il progetto “Archeologia Urbana a Udine”, coordinato dal Museo Archeologico di Udine, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, nasce proprio con l’intento di rielaborare, integrare e intrecciare i dati archeologici emersi nel corso dei lavori di riqualificazione urbana degli ultimi trent’anni con quelli geologici, archivistici e, in generale, documentali.
L’intento è di ricostruire l’evoluzione dell’organizzazione e dello sviluppo del centro storico di Udine, proporre quindi un prodotto culturale affidabile, significativo per la collettività e fondato su solide basi scientifiche.
Per portare a termine l’importante impegno culturale di ricostruire la storia più remota della città, il Comune di Udine ha stretto accordi programmatici con molte istituzioni, quali, ad esempio, la Soprintendenza Archeologia Belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, l’Archivio di Stato di Udine, l’Università di Udine e di Siena, e sono stati coinvolti esperti per ogni specifico settore di competenza.
Il progetto si svilupperà nel biennio 2020-2021 e al momento il lavoro si è concentrato sull’edizione dei complessi archeologici, rimasti inediti o parzialmente editi, scavati in trent’anni di attività di ricerca in città e custoditi nei depositi del Museo Archeologico di Udine e in quelli della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e dell’Università di Udine.
Questo lavoro comporta prima di tutto una serie di interventi preliminari di catalogazione, di restauro e soprattutto di disegno tecnico dei reperti rinvenuti.
A questa fase seguirà un momento di approfondimento caratterizzato da determinazioni puntuali ed esami diagnostici, quali ad esempio lo studio archeozoologico delle faune rinvenute; lo studio antropologico per i resti funerari; le analisi archeometriche per i reperti in metallo, in pietra e in terracotta, allo scopo di definirne gli aspetti tecnologici dei reperti rinvenuti; l’esame dei campioni geologici ed infine le datazioni al radiocarbonio di campioni organici.
Una particolare attenzione sarà rivolta al Castello, punto nevralgico della città, il cui studio sarà per il momento indirizzato ai dati archeologici presenti nei sotterranei dell’edificio cinquecentesco e alle tracce emerse nel corso dei restauri della facciata.
Le informazioni così raccolte ed elaborate saranno inseriti in un sistema georeferenziato (Geographical Information System), che integrerà su una base geografica storica i dati documentali archivistici, raccolti nel corso della ricerca condotta nei vari archivi cittadini, con quelli archeologici e diagnostici.
Sarà così possibile visualizzare e contestualizza¬re le aree di scavo e osservare le distribuzioni delle evidenze archeologiche su basi cartografiche diverse (topografiche, catastali, tematiche), su fotografie aeree o immagini satellitari.
Un potente strumento di indagine e analisi spaziale, il Gis, che costituisce una base di partenza per pianificare in futuro azioni di monitoraggio, ma offre anche la possibilità di visualizzare insieme le diverse aree di scavo per ricomporre un quadro ad oggi non più percepibile: uno strumento efficace di pianificazione per i professionisti e un valido strumento per la ricerca e la conoscenza del territorio nelle sue varie rappresentazioni per il pubblico di appassionati.
I dati raccolti in questo lavoro costituiranno una base imprescindibile per la realizzazione di un volume monografico che riporterà lo stato dell’arte delle conoscenze sull’evoluzione della città di Udine dalla Protostoria al Rinascimento e sarà prodromico alla realizzazione di una mostra, che troverà luogo nel mezzanino del Castello di Udine, sede del Museo Archeologico.
Autore: Paola Visentini
Fonte: www.messaggeroveneto.gelocal.it, 4 nov 2020