La Fondazione Aquileia ha presentato a Udine i risultati di due anni di lavoro portati avanti insieme ad un team di professionisti – Altair4, Nudesign e Ikon – che hanno lavorato con le più recenti tecnologie per realizzare 60 ricostruzioni 3D dell’antica Aquileia basandosi sui dati scientifici attualmente in possesso degli archeologi. Alla realizzazione ha partecipato anche la Società Friulana di Archeologia onlus.
Modelli tridimensionali e video ci regalano per la prima volta uno spettacolare e incredibile confronto tra presente e passato, capace di coinvolgere e divulgare in maniera efficace e stimolante i risultati delle ricerche scientifiche. E così Aquileia rinasce, a livello virtuale, restituendo nuove emozioni e divenendo più comprensibile a un pubblico più ampio di visitatori e appassionati.
Cosa resta infatti della città fondata dai Romani nel 181 a.C. e rasa al suolo da Attila nel 452? Oggi il visitatore e lo studioso di Aquileia non trova consistenti testimonianze in alzato della grandiosità del suo passato, ma le rovine superstiti, i resti custoditi nei musei e lo studio comparato con le realtà archeologiche meglio conosciute – Pompei, Roma e non solo – sono sufficienti a ricostruire un’immagine verosimile di alcuni dei principali complessi in cui si articolava il tessuto urbano dell’antica Aquileia.
E così, grazie alla ricostruzione 3D, riemergono ai nostri occhi i prospetti colonnati che cingevano su tre lati il foro, la principale piazza cittadina – oggi interrotta da un’arteria stradale – con i ricchi capitelli compositi, con l’articolata trabeazione e con l’ossessiva ripetizione dei motivi di Giove Ammone e di Medusa nella decorazione dell’attico. E poi il porto: oggi chi visita le rovine fatica ad immaginare che sotto la passeggiata della cosiddetta “via Sacra” si apriva un bacino fluviale largo quasi cinquanta metri, nel quale approdavano imbarcazioni di diversa stazza, provenienti da tutto il Mediterraneo; oppure, che alle spalle della banchina si sviluppava un lunghissimo edificio, con tre soli accessi collegati ai piani inclinati. Nell’area sud della città, sorgeva un complesso funzionale costituito da un enorme magazzino e da tre piccole aree scoperte lastricate, interpretate come mercati, prossime alle mura tardoantiche. I suoi prospetti articolati in arcate cieche svettavano da un’altezza di circa 20 m sui mercati sottostanti, dove il cortile centrale era circondato da strutture in muratura o da semplici porticati lignei, sotto i quali i venditori esponevano le proprie merci. Dell’anfiteatro rimangono alcuni esigui resti, sufficienti tuttavia a delinearne la pianta. In questo caso, il tentativo di ricostruzione si rivela certamente più azzardato, ma è comunque supportato dal metodo comparativo, cioè dal confronto con gli edifici di spettacolo meglio conservati, in particolare nell’Italia settentrionale (Verona e Pola). Dagli edifici pubblici alle case di abitazione. Possiamo vedere la ricostruzione della domus di Tito Macro del I secolo d.C., quella dell’area archeologica dei fondi Cossar, l’unica per la quale conosciamo interamente lo sviluppo planimetrico e buona parte delle superfici musive. E poi, una parte di una casa del IV secolo, nell’area archeologica dei fondi CAL. Infine la necropoli. Oggi sono visibili solo cinque recinti gentilizi, nulla rimane invece delle tombe sul lato opposto. Nelle vedute in campo lungo, si è perciò adottato un criterio per così dire didattico, ricorrendo, per le strutture di delimitazione delle aree funerarie, anche a tipologie in materiale deperibile, ad esempio recinzioni in siepi o arbusti o quelle in staccionate lignee, di uso comune nelle necropoli romane.
60 modelli tridimensionali, realizzati in una prima fase anche grazie al contributo della Società Friulana di Archeologia, sono visibili su http://www.fondazioneaquileia.it e sui dispositivi mobile con le ricostruzioni dei principali siti archeologici (foro, porto fluviale, mercati, domus di Tito Macro, domus del fondo Cal, sepolcreto, anfiteatro, mura repubblicane, basilica civile) insieme a un emozionante filmato sulla Basilica in epoca costantiniana, un teaser dei video delle aree archeologiche che verranno completati entro dicembre 2013 e un’anteprima di un filmato in real time che consentirà all’utente di tablet e smartphone di personalizzare il proprio percorso all’interno dell’antica Aquileia.
Una sfida importante per la Fondazione Aquileia che ha deciso ancora una volta – recente la presentazione della prima guida web e mobile in collaborazione con Arte.it e l’installazione di un pannello al fondo Cossar fruibile in modalità Augmented Reality – di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per la valorizzazione del patrimonio ai fini scientifici, didattici e turistici.
Vedi in allegato la relazione ed i risultati del lavoro eseguito.