Alla storia di Udine si aggiunge un nuovo importante tassello. Durante i lavori di ristrutturazione di palazzo Mantica, storica sede della società Filologica friulana, in via Manin, sono venuti alla luce rinvenimenti archeologici di età protostorica. Si tratta più precisamente di alcuni resti del castelliere di Udine – cioè del terrapieno difensivo dell’abitato -, databili all’età del bronzo recente (1400 a.C.), ma sono emersi anche elementi che attestano la frequentazione dell’area già all’età del bronzo medio e cioè al 1700 avanti Cristo.
Una scoperta eccezionale per la città, anche perché grazie a questi nuovi elementi si potrà stabilire con più esattezza pure il perimetro del castelliere e la sua superficie. È noto, infatti, che si tratta del nucleo primigenio della città di Udine e gli studiosi ritengono che la sua area fosse almeno di 30 ettari. I lavori di restauro del palazzo erano cominciati per le nuove esigenze della Filologica. L’istituzione, infatti, nell’ultimo periodo aveva notevolmente aumentato l’afflusso di visitatori alla sua biblioteca e si era così reso necessario un intervento di adeguamento della struttura. Ma scavando sotto l’ex segreteria è avvenuto il rinvenimento e i lavori – effettuati grazie al contributo della Regione – sono stati immediatamente bloccati.
Ora le opere e i progetti devono subìre modifiche e a tale scopo è intervenuta anche la Soprintendenza regionale per i Beni archeologici.
Ieri, in una conferenza stampa-sopralluogo, è stata mostrata l’area del rinvenimento. Il presidente della Filologica friulana, Lorenzo Pelizzo, ha precisato che «si tratta di un’occasione unica per la città», ma ha anche espresso il suo rammarico, perché «in questa importante circostanza non è presente alcun rappresentante del Comune, che dovrebbe partecipare attivamente al notevole intervento archeologico». Presente invece l’assessore regionale alla cultura, Roberto Molinaro, il quale ha sottolineato che «questo scavo archeologico è un esempio di collaborazione tra la Soprintendenza e la Regione e rappresenta un significativo tassello per conoscere in modo più approfondito la storia della città». E se per il soprintendente ai beni archeologici della regione, Luigi Fozzati, «tutti i friulani devono conoscere la nuova pagina di storia e per raggiungere tale obiettivo ci impegneremo seriamente in questo sito archeologico», secondo la direttrice del Museo archeologico di Cividale, Serena Vitri, «questa è la prima volta che un tratto del terrapieno difensivo di Udine vede la luce mentre alcune ceramiche rinvenute fanno arretrare l’età del castelliere al 1700 a. C.».
La scoperta insomma svela già informazioni inedite sul passato della nostra città, ma gli studiosi sono convinti che le novità saranno ancora molte.
Fonte: Messaggero Veneto 14/07/2009
Autore: Renato Schinko
Cronologia: Protostoria