Aperta a Sant’Osvaldo la tomba a tumulo
Un uomo giovane, probabilmente un pastore-guerriero, di età compresa fra i 25 ed i 35 anni, alto oltre un metro e 70 cm., molto muscoloso e che sicuramente non conduceva una vita sedentaria. Sono queste le principali caratteristiche dello scheletro ritrovato nella tomba del tumulo protostorico sito alla periferia sud di Udine, nella località un tempo denominata Pras de Tombe, l’odierna Sant’Osvaldo, un tempo incluso nel comprensorio dell’ospedale psichiatrico. La tomba è stata aperta dall’equipe che ha seguito lo scavo per il terzo anno consecutivo (direzione di Paola Cassola Guida e Susi Corazza).
“E’ il primo tumulo dei 20 ancora presenti in Friuli ad essere scavato con criteri scientifici. Si tratta di una sepoltura molto antica, che con tutta probabilità risale a circa 4 mila anni fa. La tomba è stata trovata intatta così come lo scheletro che si presenta molto schiacciato” (P. Cassola Guida). Se le precedenti campagne avevano chiarito i problemi riguardanti la composizione, i criteri costruttivi e le fasi di riuso della struttura monumentale, alla quale in epoca tardoromana (intorno al IV sec. d.C.) fu addossata sul versante orientale una fornace per calce, ora è stato portato alla luce lo scheletro conservato sotto una grande struttura allungata di ciottoloni selezionati che ricopriva la vera e propria sepoltura.
“L’uomo è stato sepolto sul fianco sinistro, con le gambe flesse, nell’atteggiamento tipico del dormiente. A parte le ossa, comunque, non sono stati ritrovati oggetti all’interno della tomba” (A.. Canci).
Allo stato attuale delle ricerche si ritiene che i tumuli del Friuli siano stati innalzati da piccoli gruppi di genti rette da capi guerrieri, dedite prevalentemente alla pastorizia e non ancora del tutto sedentarizzate. La loro organizzazione sembra caratterizzata da una grande mobilità. Uno dei più importanti tumuli conservati in Friuli è quello di Selvis di Remanzacco, dove fu ritrovato un pugnale di bronzo, datato 1700 a.C.
A presentare la tipologia più simile a quella di Sant’Osvaldo è però la tomba del tumulo di Campoformido, in cui fu ritrovata una parte dello scheletro del sepolto. Costruzioni di questo genere potevano essere dovuti ad attività di spietramento di campo, oppure essere utilizzate come belvederi annessi a ville signorili, o ancora come confini per delimitare i terreni in età romana.
Fonte: Il Messaggero Veneto 13 settembre 2002
Cronologia: Preistoria