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UDINE. Castello, resti umani risalenti al 1200.

Tornano alla luce le spoglie dei coloni che nel 1200 vivevano sul colle del castello e difendevano l’antico maniero del Patriarca: gli scavi avviati all’inizio del mese hanno infatti consentito di trovare, tra mercoledì e ieri, i resti di tre persone che secondo gli archeologi vissero tra il 1200 e il 1300. Sono spuntati anche altri reperti come ceramiche, tegole e macerie di antiche abitazioni.

Il gruppo di lavoro guidato dal dottor Maurizio Buora, responsabile dei Civici Musei, e dal dottor Massimo Lavarone, archeologo, ha dunque raccolto i primi importanti risultati. Ciò che emergerà dagli scavi – che dovrebbero protrarsi almeno sino a settembre – contribuirà a ricostruire il passato di Udine e del suo punto di maggior prestigio, il colle, con il castello che sorgeva sulla sua sommità, sede patriarcale con testimonianze storiche che risalgono al 983, ma che con tutta probabilità era presente anche in precedenza.

Le radici della storia cittadina affondano dunque proprio nel castello e gli archeologi sono all’opera per trovare testimonianze di quei secoli. I lavori sono in corso – con l’impegno della Società Friulana di Archeologia – proprio davanti l’ingresso principale dei civici musei.
Durante i primi giorni di scavo sono stati trovati due metri di detriti. Come spiega il dottor Lavarone , si tratta di ciò che rimane delle casette esistenti sul livello superiore del colle che sono state distrutte in seguito ai lavori di costruzione del nuovo castello, durante il sedicesimo secolo.
“Per costruire il palazzo attuale sono state abbattute le casette degli “habitatores” – dice il dottor Lavarone – : un’operazione che ha mutato radicalmente l’aspetto del colle nella sua parte superiore. Non per niente sono venuti alla luce due metri di detriti, nei quali abbiamo trovato ceramiche di un periodo precedente alla nuova costruzione, risalenti appunto al ‘400 e al ‘500”.

Gli archeologi hanno ritrovato tegole, coppi, macerie e poi un premio al loro impegno: i primi resti degli antichi udinesi. “Abbiamo trovato ossa del cranio di tre individui diversi – prosegue l’archeologo – e per il momento non è possibile dire se si tratti di uomini o donne. Le ossa sono molto rovinate. Abbiamo raccolto anche parti di bacino e di femore. Queste persone venivano sepolte vicino alle case e dovremmo trovare molto altro procedendo con le ricerche nei livelli inferiori”.
In epoca medievale sul colle non c’era dunque un vero e proprio cimitero. Gli udinesi seppellivano i propri cari vicino alle case che con tanta fatica avevano avuto il diritto di erigere sotto il castello. La possibilità di avere una piccola dimora sul colle era infatti un privilegio concesso direttamente dal Patriarca. I colini (che spesso avevano anche una abitazione principale in città), lavoravano la terra e difendevano il castello Quegli antichi udinesi non avrebbero immaginato di legare il loro destino al colle per oltre 800 anni.

La storia. Da soldati a nobili della città

Le ossa trovate dagli archeologi sul colle del castello appartenevano ai cosiddetti “habitatores”, gli “abitatori” che avevano avuto dal Patriarca il privilegio di insediarsi su una porzione di terreno proprio sotto il palazzo. Si trattava del cosiddetto “fondo di abitanza” che permetteva così ai coloni di coltivare la terra, ma che imponeva anche l’obbligo di difendere la residenza patriarcale.
Questi coloni-soldati si sarebbero poi meritati il passaggio a una classe superiore all’interno delle gerarchie sociali della città: sarebbero diventati nobili.
Proprio dagli habitatores – conferma il dottor Massimo Lavarone, che coordina i lavori di scavo – avrebbero dunque avuto origine le principali famiglie nobili di Udine.
Le case di questi difensori del colle erano distribuite su alcuni livelli. Quello più vicino alla sommità è attualmente esaminato dagli archeologi. Quelle abitazioni furono distrutte in seguito ai lavori di costruzione del nuovo castello, nel corso del sedicesimo secolo. Da quanto è già stato trovato, comunque, gli archeologi hanno anche compreso che in origine il colle doveva essere molto più ripido. E’ stato parzialmente spianato proprio in occasione della costruzione del palazzo attuale.
“Nei prossimi giorni scenderemo ulteriormente nel sondaggio – prosegue Lavarone – e in seguito ne cominceremo altri due”. Sul colle c’erano alcune decine di abitazioni, dalla sommità sino in via Manin ed è quindi probabile che i lavori portino alla luce altri resti umani e reperti di vario tipo, anche corredi funerari, che avrebbero un elevato valore archeologico. Ma per ora di questi ultimi non c’è traccia. A raccontare in silenzio la loro storia, per il momento, ci sono solo i resti di tre antichi udinesi del 1200.


Fonte: Messaggero Veneto Udine, 18/08/2006
Autore: Alberto Lauber
Cronologia: Arch. Medievale

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