I Rotoli del Mar Morto sono fasulli. E’ l’amara verità che gli studiosi si sono trovati davanti una volta accertata l’origine di quelli che si pensava potessero essere preziosi frammenti delle Sacre Scritture risalenti a duemila anni fa. Lo ha rivelato il National Geographic, raccontando come al quarto piano del Museo della Bibbia di Washington, dove i 16 rotoli sono custoditi, si credeva davvero di aver recuperato le più antiche copie sopravvissute della Bibbia ebraica. Almeno in parte.
“Il Museo della Bibbia sta cercando di essere il più trasparente possibile. Siamo vittime, vittime di false dichiarazioni, vittime di frodi”, ha dichiarato il direttore Harry Hargrave difendendo l’istituzione che aveva avviato una verifica sui frammenti esposti, dopo che quasi due anni fa 5 pergamene erano state rimosse dal percorso espositivo perché ritenute fasulle da un esame scientifico condotto in Germania.
Questa volta però il guaio si è allargato a tutta la collezione. I ricercatori dell’ente indipendente che hanno condotto lo studio hanno dovuto ammettere in conferenza stampa che si tratta di falsi moderni, nei quali sembrano essere incappati senza accorgersene collezionisti, museo e persino alcuni dei più eminenti studiosi biblici del mondo.
La verità purtroppo è sotto gli occhi di tutti, racchiusa in un documento di oltre 200 pagine che il team di studiosi ha redatto sotto la guida dell’esperta di frodi d’arte Colette Loll. I dettagli sui frammenti di pergamena rivelano che si tratta probabilmente di pelle antica inchiostrata in tempi moderni e trattata ad arte per poter farla sembrare quella dei veri Rotoli del Mar Morto. Insomma, rotoli del tutto fasulli, come spiega Loll nel rapporto: “Manipolati con l’intento di ingannare”.
Le nuove scoperte non gettano però alcuna ombra sui veri frammenti dei Rotoli del Mar Morto, in gran parte custoditi nel Santuario del Libro che fa parte del Museo di Israele a Gerusalemme. Tuttavia, i risultati del rapporto firmato da Loll & Co sollevano gravi interrogativi sui reperti tornati alla luce nel “post 2002”, un gruppo di circa 70 frammenti del testo biblico giunto sul mercato antiquario nei primi anni 2000. Una tesi sostenuta da diversi studiosi che avevano già messo in dubbio i frammenti “post-2002”, ritenendoli anche in questo caso dei falsi moderni.
Dopo l’apertura nel 2017, il Museo della Bibbia ha finanziato la ricerca sui frammenti e ne ha inviati cinque all’Istituto federale tedesco per la ricerca sui materiali per i test sull’autenticità. Alla fine del 2018, il museo ha annunciato i risultati al mondo: tutti e 5 i frammenti testati erano probabilmente falsi moderni. Non restava che verificare l’origine degli altri 11 frammenti. Così il Museo della Bibbia ha contattato Loll e la sua società, l’Art Fraud Insights, nel febbraio 2019 e l’ha incaricata di condurre un’indagine scientifica approfondita di tutti i 16 pezzi. A ricerca conclusa, nel novembre scorso, i cinque ricercatori che hanno affiancato l’esperta sono giunti alla conclusione che i 16 i frammenti sono in realtà tutti dei falsi moderni.
I Rotoli del Mar Morto sono una serie di antichi manoscritti della Bibbia ebraica e includono passaggi del Vecchio Testamento risalenti fino a duemila anni fa. Il primo rotolo fu trovato nelle caverne di Qumran, sulla costa occidentale del Mar Morto nel 1947. Le scoperte dei frammenti da parte degli archeologi andarono avanti fino al 1956 in undici grotte intorno al sito archeologico. I manoscritti datano in genere tra il 150 a.C. e il 70 d.C. I Rotoli sono comunemente associati all’antica setta ebraica detta degli Esseni.
Fonte: www.repubblica.it, 14 mar 2020