Per qualche giorno, la scorsa settimana, i principali antropologi e medici legali degli Stati Uniti hanno creduto di essere davvero sul punto di esaminare il celeberrimo Uomo di Kennewick.
La battaglia legale della durata di otto anni, sulle ossa di 9,300 anni or sono – il più antico scheletro mai trovato in Nord America – sembra finita dopo che cinque tribù di nativi americani nord-occidentali hanno deciso di non esperire ricorso dinnanzi alla Corte Suprema.
Le tribù sostenevano che l’Uomo di Kennewick fosse un loro antenato e non dovesse essere profanato da uno studio scientifico.
Ma i due primi livelli di giudizio avevano disposto in favore degli scienziati, che ritengono che le ossa, scoperte nel 1996 lungo il Fiume Columbia, presso Kennewick, Washington, potessero svelare nuovi indizi sui primi abitanti d’America. Lo scheletro, in una delle analisi preliminari, ha rivelato fattezze caucasiche, suggerendo che altri gruppi oltre agli Asiatici potessero essere arrivati sul continente migliaia di anni or sono.
Ma subito dopo l’apparente vittoria degli scienziati, un nuovo ostacolo legale è emerso la scorsa settimana, questa volta da parte del governo federale. Gli ingegneri dell’esercito statunitense, che custodiscono il corpo e che si erano inizialmente schierati a favore degli indo-americani, hanno obbiettato che molti aspetti dello studio scientifico indicano che un nuovo confronto dinnanzi ad un giudice è più che probabile.
Le prime battaglie legali si erano concentrate sul “se” il corpo dovesse essere sottoposto a studio scientifico. La nuova battaglia verte invece sul “come”.
Il Kennewick Man, composto di oltre 350 ossa, era custodito al Burke Museum di Storia Naturale di Seattle. Gli scienziati ritengono che le ossa siano appartenute ad un uomo di circa 1,75 cm, che soffriva di una severa ferita di lancia ad una spalla, e che aveva tra 40 e 50 anni al momento della morte.
L’uomo, secondo una ricostruzione, ha i tratti del volto più marcati, squadrati di quelli tipicamente associati agli Indiani d’America. Il cranio ricorda quelli dei Polinesiani o gli Ainu, gli originali abitatori del Giappone, le cui fattezze erano più vicine al modello caucasico.
Il Kennewick Man, insieme ad altre recenti scoperte di antichi scheletri in Sud America, sembra suggerire che i continenti siano stati popolati da svariate ondate di primitivi migranti, che seguivano rotte differenti.
Fonte: Newsletter Archeologica – newsarcheo@yahoo.it http://www.iol.co.za/index.php – 08/08/04
Autore: Eleonora Carta
Cronologia: Arch. Precolombiana