Le ultime indagini nel tratto pianeggiante permettono di identificare alcuni settori di un edificio di vaste dimensioni dalla destinazione ancora incerta.
Un nuovo importante tassello della città romana emerge ancora dalle indagini archeologiche che hanno accompagnato, durante tutto l’iter dei lavori, a partire dal 2010, la realizzazione del Park San Giusto, in via del Teatro romano ed a poca distanza dal monumento antico.
I recenti sondaggi archeologici preventivi hanno, infatti, individuato, nel tratto pianeggiante, alcuni settori di un edificio di vaste dimensioni, chiuso da un muro absidato.
Attualmente è stato possibile effettuare solo uno scavo mirato, per tentare di delimitare almeno le dimensioni di questo complesso. Immediatamente a ridosso dello stesso è stata rinvenuto, ad una profondità di circa 2 metri, l’angolo di una vasca, foderata parzialmente in cocciopesto idraulico e con il fondo in lastre calcaree, caratterizzate da un incavo lungo il margine, a facilitare il deflusso dell’acqua. La limitatezza del sondaggio non consente di definire se si tratta di una fontana o ninfeo o piuttosto di una vasca di più grandi dimensioni, forse una piscina.
“Considerato che ci troviamo probabilmente nell’ambito di un complesso pubblico, coerentemente con la posizione di rilievo nel tessuto urbano, ha affermato Paola Ventura, funzionario archeologo della Soprintendenza, si può ipotizzare, anche se solo come suggestione, l’identificazione con un complesso termale, tipologia finora non documentata a Tergeste.”
Gli scavi archeologici effettuati in relazione alla costruzione del Park hanno consentito di riportare alla luce diverse testimonianze dell’antica Trieste, inizialmente, lungo il pendio, dove erano state rinvenute, principalmente, sistemazioni di versante, come terrazzamenti e canalizzazioni, ed un utilizzo limitato a modesti edifici, sepolture, orti – dalle prime fasi di romanizzazione fino alle nuove edificazioni sette-ottocentesche.
In seguito, invece, era apparsa l’importanza del tratto pianeggiante che si estende alla base del colle e fino alla strada attuale, la quale ricalca un’importante via litoranea: in questa fascia, dove i lavori richiedevano solo limitati approfondimenti al di sotto del piano attuale, si era, infatti, già in precedenza riconosciuto, per l’epoca romana, uno spettacolare drenaggio di anfore, a fiancheggiare una lunga struttura muraria parallela alla strada, parte di un bacino.
“L’importante situazione archeologica, dice il Soprintendente Luigi Fozzati, venuta alla luce in un’area già nota e sulla quale insiste ora una parte significativa del Park San Giusto, esige una nuova soluzione non rinviabile per la conservazione e la valorizzazione di tuta la zona. La Soprintendenza Archeologia proporrà un proprio progetto a tutti gli Enti coinvolti per la loro presenza in questa area”.
Fonte:
Soprintendenza Archeologia del FVG, 2 ott 2015