E’ il primo database geo e crono referenziato al mondo di ritrovamenti monetali bizantini, uno strumento che sfrutta l’informatica (e si punta a integrare con tecniche di intelligenza artificiale) per semplificare e rendere più efficace il lavoro di ricerca degli studiosi di numismatica.
Nato all’interno del dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Trieste, grazie a un finanziamento Prin e alla tesi di laurea magistrale in storia del goriziano Giorgio Donato – che si è rimesso sui libri dopo la laurea in filosofia e circa 30 anni di lavoro come informatico – Nomismata mette a disposizione informazioni dettagliate su oltre 4.000 rinvenimenti di più di 172 mila monete, sparsi su un’area geografica che va ben oltre i massimi confini dell’impero bizantino.
Il database, realizzato sotto la supervisione di Bruno Callegher, professore di Storia economica del mondo greco e romano e numismatica di UniTs con un particolare interesse per la monetazione di Bisanzio, con l’aiuto di Cécile Morrisson, direttrice emerita della ricerca al Cnrs di Parigi, e di un gruppo di docenti e giovani ricercatori del Disu (Andrea Gariboldi, Cristiano Rossetti, Giulio Carraro, Kateryna Sorochan), è già stato presentato in diversi convegni in Italia e all’estero (da Padova a Spoleto, da Atene a Tübingen e Princeton), riscuotendo vivo apprezzamento da parte della comunità internazionale dei bizantinisti.
Tanto da aver ricevuto l’invito da parte dell’Università di Princeton a far parte di un progetto di ricerca internazionale per la creazione di repository di tutte le banche dati numismatiche, con la collaborazione, tra gli altri, della Dumbarton Oaks di Washington e dell’Università di Oxford.
Un comitato scientifico formato dai principali studiosi di numismatica bizantina ne governa e regola il funzionamento, affinché i dati al suo interno provengano da fonti di certa autorevolezza. Si tratta di un work in progress che, con ulteriori fondi a disposizione, si vorrebbe implementare sfruttando tecniche di intelligenza artificiale.
«Con la mia tesi ho voluto colmare la mancanza, per la monetazione bizantina, di un database geo e crono referenziato da mettere a disposizione degli studiosi», spiega Donato, che ha lavorato al progetto con il supporto di Jordan Piščanc. «Quando vengono riportate alla luce negli scavi archeologici, le monete antiche sono fonte di informazioni preziose per gli storici. Ma è importante capire quando e dove sono state coniate, e dove e quando sono state interrate. Grazie al database che ho realizzato si può conoscere l’intero viaggio della moneta, dalla sua nascita alla sua morte».
Con Nomismata è possibile correlare una mole potenzialmente illimitata di dati, esplorandone le relazioni e scoprendo come si distribuiscono nello spazio e nel tempo: l’auspicio è che il database funga anche da facilitatore per nuove scoperte. «Fra le oltre 400 fonti che oggi alimentano il database, grazie alla collaborazione con una ricercatrice ucraina, stiamo completando il caricamento di un’opera monumentale di uno studioso russo, Kropotkin, pubblicata negli anni ’60 del Novecento e che dà conto di tutti i ritrovamenti monetali bizantini nel territorio dell’allora Unione Sovietica – sottolinea Donato –. Si tratta di un libro accessibile solo a chi conosce il russo: uno dei plus di Nomismata è quindi quello di combinare e poter correlare dati della letteratura occidentale con questi che provengono dal territorio dell’ex Urss».
Quanto ai possibili sviluppi legati all’intelligenza artificiale, l’idea sarebbe quella di addestrare un modello di Ia che possa estrapolare le informazioni che servono per alimentare il database dalla letteratura storico-numismatica in formato digitale: in questo modo l’arricchimento del database potrebbe procedere a ritmi “industriali”. Per farlo però, dice Donato, servono fondi e forza lavoro.
Nel frattempo, è possibile testarlo su www.byzantinefind.units.it
Autore: Giulia Basso
Fonte: ilpiccolo.it 23 dic 2024