“Un recupero molto complesso, del quale siamo molto soddisfatti”. Così Franco Marzatico, dirigente della Soprintendenza per i Beni Culturali di Trento commenta l’intervento fatto dopo la scoperta di una necropoli romana nel cantiere di via Esterle, riaperta oggi dopo 14 mesi di lavori.
“Abbiamo lavorato in sintonia con la ditta, con la proprietà e con il Comune, evitando qualsiasi blocco del cantiere, è per noi motivo di soddisfazione”..
Il riaffiorare della prima lapide, durante gli scavi, è stata una vera e propria sorpresa. La probabilità di ritrovare qualcosa in quel punto, dove un tempo passava il corso del Fersina, era assolutamente minima.
“Il cantiere non comportava margini di rischio – prosegue Marzatico – ed invece sono emersi documenti di grandissima rilevanza, che ci danno maggiori informazioni sul culto dell’epoca, sull’utilizzo dell’intera area”.
Documenti importantissimi, dunque, che sono stati asportati, insieme ai resti dei defunti, e trasferiti nel magazzino della Soprintendenza. Saranno fruibili dal pubblico?
“Come detto sono documenti di grandissimo interesse scientifico – prosegue il dirigente – ma difficilmente potrebbero muovere l’interesse delle masse. Una musealizzazione sul luogo era impensabile, data l’entità dei ritrovamenti. Da parte del Comune c’è la promessa di creare un’area informativa sul lato delle scuole Bresadola. Lì, forse, potranno essere esposte alcune lapidi in copia”.
Fonte: www.trentotoday.it, 7 gen 2020