Le collezioni comprendono preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e da carcerati.
Lombroso iniziò a raccogliere questi materiali intorno al 1859 e continuò a farlo per tutta la vita, con l’aiuto di allievi e ammiratori che in Italia e negli altri paesi europei, in America, Asia e Australia, si ispirarono alle sue teorie. Fu poi Mario Carrara, genero e successore di Lombroso, a proseguirne l’opera, fino al 1932, quando venne espulso dall’Università per aver rifiutato di giurare fedeltà al fascismo.
Il museo non è quindi una raccolta di strumenti di punizione, né vuole offrire al pubblico una sequenza di grandi criminali e di delitti efferati: non è un museo dell’orrore; intende, invece, presentare il pensiero di uno scienziato fortemente interessato ai problemi della sua epoca e che fu guidato da una profonda curiosità verso il crimine e verso qualsiasi forma di devianza dalle norme della società borghese ottocentesca, un’anormalità intesa anche in senso positivo, nelle persone di genio artistico, scientifico o politico capaci di far progredire l’umanità.
Per facilitare la lettura di un personaggio così controverso, le cui teorie criminologiche hanno oggi un interesse solo più storico-scientifico, il percorso espositivo è arricchito da svariate occasioni per puntualizzare il contesto storico e culturale nel quale si svolse la sua opera.
Un’altra priorità è stata quella di fornire al visitatore gli strumenti concettuali per comprendere come e perché Lombroso formulò la teoria dell’atavismo criminale e quali furono gli errori di metodo scientifico che lo portarono a fondare una scienza poi risultata errata.
Lombroso in vita fu considerato da taluni un genio, da altri un ciarlatano; la sua opera fu certamente uno specchio della società e dell’epoca in cui visse e oggi il suo museo ci invita a confrontarci con il complesso, controverso rapporto che tutti abbiamo nei confronti dell’«altro», non importa se simile o diverso, sano o malato, contemporaneo o antico.
Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università degli Studi di Torino, Via Pietro Giuria 15 – 10126 Torino
Tel. 0116708195; Fax 0116705931
Mail: museo.lombroso@unito.it
sito web: www.museounito.it/lombroso
Orario di apertura: dal lunedì al sabato 10.00 – 18.00 (chiuso la domenica).