Il grande patrimonio archeologico italiano rappresenta per la realizzazione delle linee “alta velocità” un fattore di grande rilevanza. La costruzione delle nuove linee ha quindi imposto la ricerca di soluzioni progettuali e procedurali innovative, parallelamente ha rappresentato un’occasione eccezionale di studio per la comprensione dei processi storici di frequentazione e di trasformazione del territorio.
La TAV ha studiato insieme alla Soprintendenza una metodologia per eseguire un monitoraggio archeologico del territorio: grazie allo studio delle fonti, a rilievi topografici, a ricognizioni sul territorio e studio delle fotografie aeree si compone una mappa del rischio archeologico sulla cui base si programmano le successive attività di indagine preliminare sul campo.
Quindi, per i siti portati in luce, vengono stabiliti gli interventi successivi.
Tra gli interventi di studio, tutela e valorizzazione dei siti rinvenuti durante la realizzazione della Torino-Milano, particolarmente importanti sono quelli che riguardano:
Sito archeologico 10 Cascina Bologna (Brandizzo – TO – Km. 9,300)
Lo scavo ha portato alla luce i resti di strutture murarie, sia in ciottoli che in laterizio, pertinenti ad un vasto insediamento rustico di prima età imperiale (I-II sec. d.C.), esempio del processo di romanizzazione del territorio settentrionale che si attua tra gli ultimi decenni della repubblica ed i primi secoli dell’impero.
Il complesso è formato da un edificio principale e da altre strutture minori. L’edificio principale presenta una planimetria piuttosto articolata: una serie di numerosi ambienti, di diverse forme e dimensioni, si dispone su due lati consecutivi di un’ampia struttura, probabilmente interpretabile come corte scoperta.
Sito archeologico 1018 Livorno Ferraris (VC – Km. 3,150)
Durante le indagini effettuate in corrispondenza dell’interconnessione Vercelli Ovest e della viabilità accessoria, è stata riportata in luce una necropoli ad incinerazione cronologicamente inquadrabile tra il I ed il II sec. d.C.
L’importanza di questo ritrovamento nel territorio vercellese ha permesso di acquisire nuovi dati sul popolamento di età romana nel territorio e sui riti e rituali funerari dell’epoca. Allo stato attuale si contano 208 tombe con corredi composti da oggetti come monete di bronzo, fibule, armi ed utensili in ferro, urne cinerarie di varie dimensioni e numerosi oggetti in vetro.
Sito archeologico 65 Cascina Monformoso (Villarboit – da Km. 60,050 a Km. 60,210)
Le attività archeologiche hanno riportato alla luce i resti dell’antica parrocchiale di S. Andrea, appartenente ad un complesso fortificato medievale e menzionata già in documenti del XV secolo.
In particolare, si tratta di un complesso di strutture in ciottoli a malta (chiesa con annesso campanile ed area di necropoli), isolato e protetto da un fossato artificiale. A sud vi è un altro edificio, in ciottoli e laterizi, forse da identificare con l’ospedale.
Visto il particolare interesse archeologico del sito in questione è stata apportata una piccola modifica al progetto, evitando la distruzione delle evidenze archeologiche. E’ in corso il riordino della notevole documentazione prodotta.
Sito archeologico Greggio (VC) – svincolo nord e sottostazione elettrica FA15
Durante i lavori per la realizzazione della sottostazione elettrica e delle piste di cantiere accessorie, è stata riportata in luce un’area di necropoli ad incinerazione databile tra il I ed il II sec. d.C. Tra i corredi delle tombe sono stati ritrovati oggetti di ornamento in bronzo, vaghi di collana, fusaiole, numerosi reperti di vetro, urne cinerarie di varie dimensioni e forme, lucerne ed altro. Il materiale è in restauro al Museo di Antichità di Torino.
Sito archeologico Greggio (VC) – campo base VL4
Le strutture rinvenute sono pertinenti a più impianti produttivi di età romana; lo stato di conservazione è a livello delle fondazioni e sono costituite da ciottoli di fiume messe in opera senza legame. Poiché l’area archeologica interessava le installazioni del cantiere e data l’urgenza dell’inizio dei lavori, TAV ha posticipato lo scavo al momento del ripristino delle aree.
Sito archeologico Biandrate (NO) – campo base
Ritrovamento di resti di aree di frequentazione di età romana ed impianti produttivi. Si tratta di edifici conservati a livello di fondazione in ciottoli di fiume, messi in opera a secco. . Poiché l’area archeologica interessava le installazioni del cantiere e data l’urgenza dell’inizio dei lavori, TAV ha posticipato lo scavo al momento del ripristino delle aree.
Fonte: Redazione
Autore: Redazione
Cronologia: Arch. Romana