La Tomografia Computerizzata Multidetector (MDCT) è stata usata per la prima volta per ottenere un dettagliato modello in 3D del volto di un uomo egiziano che visse circa 3,000 anni or sono, senza che fosse necessario svolgere dalle bende il suo corpo mummificato, ha dichiarato un gruppo multidisciplinare di ricercatori italiani, che comprende medici, antropologi e medici legali.
La MDCT è stata usata per trarre un’immagine della mummia completamente bendata di un artigiano di nome Harwa, che era stata in esposizione presso il Museo Egizio di Torino. La MDCT ha creato le immagini 3D, che sono state poi ricostruite per ricreare le sembianze del volto della mummia.
Un modello fisico di plastilina e nailon è stato poi scolpito sulla base delle immagini in 3D. La ricostruzione facciale ha rivelato che Harwa aveva circa 45 anni al tempo della sua morte, ed era abbastanza dettagliata da rivelare un segno sulla sua tempia sinistra.
“L’unico altro modo di ottenere le stesse informazioni, era svolgere la mummia dalle sue bende, distruggendola in parte, ed alterando la conservazione dei bendaggi” ha dichiarato Federico Cesarani, della Struttura Operativa Complessa di Radiodiagnostica di Asti, e principale autore dello studio.
La CT è un metodo non invasivo che può offrire dati come le dimensioni del cranio e dei tessuti soffici disidratati per ricostruzioni in 3D del cranio e del corpo, preservando la mummia nel suo stato originario.
“La MDTC determina sottilissime sezioni – pari a 0.66 mm – in un singolo scatto ed in tempi brevissimi, che permettono ricostruzioni in 3-D ad alta risoluzione” ha dichiarato Cesarani.
Secondo l’autore, la tecnica della ricostruzione facciale è importante per criminologia, antropologia e medicina.
“La Polizia la utilizza per identificare i corpi, gli antropologi per meglio capire gli individui delle antiche società e medicina per conoscere le malattie che potevano affliggere i popoli antichi” ha dichiarato Cesarani.
Per la ricostruzione del volto di Harwa, i ricercatori hanno evitato di ricomporre i capelli, la barba ed i toni della pelle.
Sono stati inoltre incapaci di determinare quanto grassi fossero i tessuti del volto quando era vivo, dal momento che i grassi non lasciano segni sul cranio, come la pelle e i muscoli.
Fonte: Newsletter Archeologica – newsarcheo@yahoo.it Americam Journal of Roentgenology, 09/2004
Autore: Eleonora Carta
Cronologia: Egittologia