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TORINO. La basilica paleocristiana è al sicuro sotto il giardino.

Fa uno strano effetto camminare sui resti di una necropoli paleocristiana del IV secolo mentre senti sferragliare, al di là delle transenne, il tram che passa fra corso Palermo e via Ancona. Eppure, proprio a quell’incrocio, archeologia e futuro si sono dati appuntamento.
All’inizio, quando cinque anni fa le ruspe impegnate a scavare le fondamenta del nuovo centro direzionale della Lavazza, la famosa nuvola di Cino Zucchi, portarono alla luce questi reperti fu il panico. Ora che i resti dell’antica basilica che si vuole dedicata a San Secondo non solo sono stati messi in sicurezza, ma saranno la punta di diamante (visibile al pubblico da una grande vetrata stile acquario da via Ancona) di un centro direzionale all’avanguardia, tutti appaiono soddisfatti: dalla Soprintendenza ai progettisti. Al punto che, camminando in punta di scarpe anti-infortunio, e indossati elmetto e giubbotto fosforescente, dietro la guida della Soprintendente Egle Micheletto e il responsabile del progetto Paolo Corradini si può entrare e visitare il cantiere.
Le mura coperte di lino
Al momento tutte le mura di cinta delle tombe sono coperte da tessuto non tessuto. Una protezione necessaria, nonostante sopra gli importanti resti sia già stata completata la tettoia che ospiterà il giardino del centro direzionale. Là dove ieri mattina rombava un aspiratore di ultima generazione collegato a un camion (tutto il restauro è a secco: il tubo succhia via la sabbia e la ghiaia e ripulisce così i resti di questa città funeraria) fra un anno esatto si fermeranno ammirati i passanti del quartiere. E a loro sarà pure concesso di visitare questa piccola città sotterranea che sarà illuminata ad arte.
«Abbiamo apportato una modifica architettonica di qualità al progetto iniziale del nuovo centro direzionale – spiega Corradini – per garantire la conservazione e la valorizzazione dei reperti. Questa modifica prevede la copertura del sito, un percorso di visita interno da programmare con la Soprintendenza, un’illuminazione scenografica, e una vetrata esterna a livello della strada su Cìcorso Palermo angolo via Ancona, che permetterà a tutti la visione dei resti della basilica».
Necropoli meravigliosa
É davvero emozionante osservare da vicino – benchè molte coperte – le piante perimetrali della basilica con un’unica abside semicircolare di un mausoleo, diverse tombe, una fornace per la trasformazione del marmo in calce. Si tratta di un nucleo importante anche se le strutture sono alte pochi centimetri e prive di pavimenti, dove molte sepolture sono state attivate attorno a quella di un martire importante. Insomma, non capita tutti i giorni che, scavando in un cantiere, le ruspe portino alla luce i resti di una necropoli paleocristiana del IV-V secolo. Ma soprattutto non capita tutti i giorni che a scavare sia un privato in grado di sopportare l’archeo-impasse, modificando il progetto in funzione della scoperta su cui vigila la Soprintendenza.

Autore: Emanuela Minucci

Fonte: La Stampa, 28 gen 2016

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