c.so Vittorio Emanuele, 31 – 06089 Torgiano (Perugia)
tel: 075-9880200 – fax: 075-9880300/985486
e-mail: museovino@lungarotti.it
www.lungarotti.it
aperto tutti i giorni dell’anno (chiuso il 25 dicembre)
estate: 9-13;15-19, inverno: 9-13;15-18
ingresso a pagamento: Euro 4, ridotto euro 2,50.
Voluto e realizzato da Giorgio Lungarotti con la moglie Maria Grazia, il Museo del Vino è stato aperto al pubblico nel 1974 ed è oggi gestito dalla Fondazione Lungarotti. Ha sede a Torgiano, nella pars agricola del monumentale palazzo Graziani-Baglioni, dimora estiva gentilizia del XVII secolo.
Il percorso museale, sviluppato lungo venti sale, propone oltre 2800 manufatti, esposti secondo criteri museografici moderni e di grande rigore scientifico.
Reperti archeologici (brocche cicladiche e vasi hittiti; ceramiche greche, etrusche e romane; vetri e bronzi), attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di età medioevale, rinascimentale, barocca e contemporanea, incisioni e disegni dal XV al XX secolo, edizioni colte di testi su viticoltura ed enologia, manufatti di arte orafa, tessuti ed altre testimonianze di “arti minori” documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato nel corso dei millenni il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale.
A partire dal mondo antico, vite, uva e vino, elementi portanti nella economia agricola di quei popoli, hanno alternato a valenze puramente economiche usi e significati religiosi e profani. Dai tempi più remoti fino ad oggi, il loro ricorrere nelle arti e nei mestieri è costante, sia come spunto iconografico, sia a scopo produttivo. Le singole raccolte presenti al museo propongono il tema vitivinicolo e bacchico come filo conduttore per la lettura delle vicende storiche delle quali i singoli oggetti divengono espressione.
Nella sezione archeologica, rivestono particolare interesse la kylix con iscrizione firmata da Phrinos, esponente del Gruppo dei Piccoli Maestri, bell’esempio di ceramica attica, databile VI secolo a.C. e l’elegante askós bronzeo di area vesuviana, risalente al I secolo d.C..
La collezione di ceramiche valorizza una delle attività che maggiormente hanno caratterizzato la cultura artistica umbra; tra le numerose opere, tutte rappresentative di scuole e tecniche, degna di nota è la grande hydria del XIV secolo con centauro leontiforme e sirena e la fiasca da parata urbinate, proveniente dalla bottega di Orazio Fontana, che presenta nell’ornato una esemplare “composizione” di soggetti tratti da Raffaello e Giulio Romano. Nella vetrina dei piatti rinascimentali istoriati, risalta L’infanzia di Bacco di Mastro Giorgio Andreoli. Tratto da incisione di Marcantonio Raimondi su idea di Raffaello, presenta colori particolarmente vivi, con iridescenze di grande suggestione, risultato della laboriosa tecnica del lustro.
Nella sezione vino-medicina, vasi da farmacia – di tipologie e centri produttivi differenti – sono affiancati ad edizioni d’epoca di testi medici. Il percorso ceramico si conclude con una collezione di opere moderne, tra cui il Dionysos Eydendros di Joe Tylson e La Baccante firmata da Nino Caruso.
La collezione di incisioni offre numerosi motivi di interesse: si apre con un Baccanale di Andrea Mantegna (XV secolo) e mostra lo svolgersi del tema dionisiaco lungo i secoli e la fortuna dell’allegoria della vite nella cristianità presso gli incisori più rappresentativi del manierismo.
A documentare le tecniche di vinificazione, sopra tutti l’imponente torchio eugubino a trave, della tipologia detta “di Catone”, per la descrizione fattane dall’agronomo romano tra il II e il I secolo a.C.
Mail: museovino@lungarotti.it
Fonte: Redazione
Autore: Redazione
Cronologia: Arch. Romana
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