Era uno dei santuari più maestosi costruiti nel Lazio nel II secolo a.C., una delle massime opere dell’architettura sacra romana. Stiamo parlando del Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli che torna ad essere di nuovo fruibile al pubblico dopo un lunghissimo restauro. Un’operazione estremamente complessa in cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha investito più di quindici milioni di euro.
Il grandioso complesso che era sia un centro di culto che un luogo di spettacolo con un teatro per 3.600 persone fu utilizzato per diversi secoli. Abbandonata nel VI secolo d.C., l’area ha subito nel tempo diverse trasformazioni sino a diventare nel Settecento la sede di una manifattura di lana e, successivamente, di una fabbrica per cannoni. Ancora cambiamenti nel 1886 quando vi furono edificate una centrale idroelettrica e la Cartiera Segrè.
Grazie al restauro che ha valorizzato una parte del complesso sia da un punto di vista estetico che storico si potrà oggi tornare a vedere il percorso della Via Tecta che attraversa il Santuario, l’Area Sacra, il monumentale basamento del tempio in travertino modanato, il portico settentrionale e il teatro. Di quest’ultimo che aveva perso completamente la sua leggibilità sono stati reintegrati gli accessi laterali e quelli della scena, e le gradinate della cavea: interventi che permetteranno al sito di tornare ad ospitare spettacoli ed eventi.
Il 23 giugno, giorno della presentazione dei restauri, sarà anche inaugurato un Antiquarium. Allestito nell’ex cartiera, lo spazio ospita non solo i repertiriemersi nel corso delle operazioni di scavo ma anche molti altri manufatti provenienti da istituzioni museali romane.
“Il Santuario di Ercole Vincitore è un monumento tra i più importanti del Mediterraneo anche se non è molto conosciuto” dichiara il Prof. Filippo Coarelli, Supervisore Scientifico del restauro.
“E’ un santuario enorme, largo 152 metri e profondo 119, che ha una storia particolare anche per l’uso industriale che è stato fatto del sito. E’ una delle prime realizzazioni della grande architettura romana che precede la costruzione del Pantheon e delle Terme di Caracalla. E’ un prototipo dove si applicarono le novità tecniche del cementizio che permettevano di costruire economicamente e con rapidità strutture voltate gigantesche e praticamente indistruttibili” continua il Prof. Coarelli.
“Con la costruzione di questo santuario c’era il desiderio da parte di Tivoli ma anche di molte altre città nel Lazio dove sorsero simili luoghi di culto come Palestrina, Gabii, Terracina ed Ariccia, di riaffermare la loro importanza culturale in contrapposizione a Roma. D’altra parte, non dobbiamo dimenticare che queste città proprio grazie alla politica espansionistica di Roma in tutto il Mediterraneo, erano diventate anche molto ricche attraverso i loro scambi economici e soprattutto grazie al lucroso commercio di schiavi. Dal Mediterraneo orientale erano giunti, inoltre, architetti ed artisti greci che avevano messo la loro abilità tecnica al servizio delle ricche aristocrazie del Lazio” precisa il Prof. Coarelli.
Diversamente dagli altri santuari, il complesso di Tivoli, eretto lungo la Via Tiburtina, alle pendici occidentali del colle occupato dalla città antica, si distingueva per le sue imponenti dimensioni e per la presenza di una biblioteca. Ma non solo, rispetto agli altri edifici che erano frequentati dalle classi più basse, il Santuario di Ercole Vincitore era gestito da personaggi di altissimo livello sociale e politico, anche perché Ercole era diventato la divinità protettrice dell’imperatore. Fu proprio questo il motivo per cui il santuario continuò ad essere importantissimo sino al IV secolo d.C.
“La posizione strategica di questo santuario e la disponibilità di acqua, assicurata dal vicino Aniene, sono all’origine delle molteplici riutilizzazioni industriali che questo complesso conobbe nel corso della sua storia millenaria: causa della sua rovina ma anche della sua conservazione” conclude il Professore Coarelli.
Da segnalare che la Direzione Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio ha bandito un concorso regionale per la riqualificazione anche delle parti di archeologia industriale. Linea guida del progetto: recuperare la parte con interventi minimi distinguendola dall’area storica e classica. Secondo il progetto, in questa zona saranno realizzati incubatori d’impresa, laboratori di restauro e un giardino botanico con essenze classiche.
“Con il recupero del Santuario di Ercole Vincitore, Tivoli si arricchisce di un ulteriore prezioso tassello da aggiungere al suo cospicuo patrimonio storico ed artistico. Un patrimonio che comprende già Villa Adriana e Villa Este, ambedue siti Unesco, Villa Gregoriana, i templi dell’acropoli, la storica centrale idroelettrica dell’Acquoria e i numerosi resti di ville romane” ha dichiarato Sandro Gallotti, Sindaco di Tivoli.
A partire dal 25 giugno sarà possibile visitare il Santuario di Ercole Vincitore ogni sabato e ogni domenica alle ore 10 e alle ore 12 con la guida di un archeologo. Biglietto d’ingresso: 5 euro. Prenotazione obbligatoria. Tel. 06.39967900- 0774382733.
Il grandioso complesso che era sia un centro di culto che un luogo di spettacolo con un teatro per 3.600 persone fu utilizzato per diversi secoli. Abbandonata nel VI secolo d.C., l’area ha subito nel tempo diverse trasformazioni sino a diventare nel Settecento la sede di una manifattura di lana e, successivamente, di una fabbrica per cannoni. Ancora cambiamenti nel 1886 quando vi furono edificate una centrale idroelettrica e la Cartiera Segrè.
Grazie al restauro che ha valorizzato una parte del complesso sia da un punto di vista estetico che storico si potrà oggi tornare a vedere il percorso della Via Tecta che attraversa il Santuario, l’Area Sacra, il monumentale basamento del tempio in travertino modanato, il portico settentrionale e il teatro. Di quest’ultimo che aveva perso completamente la sua leggibilità sono stati reintegrati gli accessi laterali e quelli della scena, e le gradinate della cavea: interventi che permetteranno al sito di tornare ad ospitare spettacoli ed eventi.
Il 23 giugno, giorno della presentazione dei restauri, sarà anche inaugurato un Antiquarium. Allestito nell’ex cartiera, lo spazio ospita non solo i repertiriemersi nel corso delle operazioni di scavo ma anche molti altri manufatti provenienti da istituzioni museali romane.
“Il Santuario di Ercole Vincitore è un monumento tra i più importanti del Mediterraneo anche se non è molto conosciuto” dichiara il Prof. Filippo Coarelli, Supervisore Scientifico del restauro.
“E’ un santuario enorme, largo 152 metri e profondo 119, che ha una storia particolare anche per l’uso industriale che è stato fatto del sito. E’ una delle prime realizzazioni della grande architettura romana che precede la costruzione del Pantheon e delle Terme di Caracalla. E’ un prototipo dove si applicarono le novità tecniche del cementizio che permettevano di costruire economicamente e con rapidità strutture voltate gigantesche e praticamente indistruttibili” continua il Prof. Coarelli.
“Con la costruzione di questo santuario c’era il desiderio da parte di Tivoli ma anche di molte altre città nel Lazio dove sorsero simili luoghi di culto come Palestrina, Gabii, Terracina ed Ariccia, di riaffermare la loro importanza culturale in contrapposizione a Roma. D’altra parte, non dobbiamo dimenticare che queste città proprio grazie alla politica espansionistica di Roma in tutto il Mediterraneo, erano diventate anche molto ricche attraverso i loro scambi economici e soprattutto grazie al lucroso commercio di schiavi. Dal Mediterraneo orientale erano giunti, inoltre, architetti ed artisti greci che avevano messo la loro abilità tecnica al servizio delle ricche aristocrazie del Lazio” precisa il Prof. Coarelli.
Diversamente dagli altri santuari, il complesso di Tivoli, eretto lungo la Via Tiburtina, alle pendici occidentali del colle occupato dalla città antica, si distingueva per le sue imponenti dimensioni e per la presenza di una biblioteca. Ma non solo, rispetto agli altri edifici che erano frequentati dalle classi più basse, il Santuario di Ercole Vincitore era gestito da personaggi di altissimo livello sociale e politico, anche perché Ercole era diventato la divinità protettrice dell’imperatore. Fu proprio questo il motivo per cui il santuario continuò ad essere importantissimo sino al IV secolo d.C.
“La posizione strategica di questo santuario e la disponibilità di acqua, assicurata dal vicino Aniene, sono all’origine delle molteplici riutilizzazioni industriali che questo complesso conobbe nel corso della sua storia millenaria: causa della sua rovina ma anche della sua conservazione” conclude il Professore Coarelli.
Da segnalare che la Direzione Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio ha bandito un concorso regionale per la riqualificazione anche delle parti di archeologia industriale. Linea guida del progetto: recuperare la parte con interventi minimi distinguendola dall’area storica e classica. Secondo il progetto, in questa zona saranno realizzati incubatori d’impresa, laboratori di restauro e un giardino botanico con essenze classiche.
“Con il recupero del Santuario di Ercole Vincitore, Tivoli si arricchisce di un ulteriore prezioso tassello da aggiungere al suo cospicuo patrimonio storico ed artistico. Un patrimonio che comprende già Villa Adriana e Villa Este, ambedue siti Unesco, Villa Gregoriana, i templi dell’acropoli, la storica centrale idroelettrica dell’Acquoria e i numerosi resti di ville romane” ha dichiarato Sandro Gallotti, Sindaco di Tivoli.
A partire dal 25 giugno sarà possibile visitare il Santuario di Ercole Vincitore ogni sabato e ogni domenica alle ore 10 e alle ore 12 con la guida di un archeologo. Biglietto d’ingresso: 5 euro. Prenotazione obbligatoria. Tel. 06.39967900- 0774382733.
Fonte: Italian Network, 18/06/2011