Il 6 dicembre 1912 l’archeologo tedesco Ludwig Borchardt si ritrovò difronte alla grande bellezza: il busto di Nefertiti.
La regina nacque nel 1366 a.C e fu la consorte del potente faraone Akhenaton che regnò sul popolo egizio durante la XVIII dinastia.
Questo venne ritrovato durante gli scavi della Società Orientale Tedesca diretti da Ludwing Borchardt a Tell-el-Amarna, l’antica Akhetaton.
Il busto venne rinvenuto precisamente nell’area dove sorgeva la bottega dello scultore Thutmose. Il manufatto si trovava a terra e parzialmente rotto, questo fece ipotizzare che in precedenza si trovasse in una mensola di legno posta in alto.
Nello stesso spazio si trovava un busto in pietra calcarea a grandezza naturale del re Akhetaton e una serie di statue ufficiali, dunque probabilmente il busto di Nefertiti rappresentava “solo” il modello incompleto della realizzazione di una statua a tutto tondo.
Oggi il busto della regina viene considerato un ritratto moderno a causa delle sue caratteristiche e alle sue proporzioni. Infatti, le due metà del volto sono perfettamente simmetriche e l’espressione del volto è estremamente realistico. La pelle della regina è colorata di marrone chiaro, mentre le labbra sono leggermente più intense a causa dell’utilizzo del colore porpora.
Gli occhi sono disegnati con il tradizionale profilo egizio e si può notare che manca l’occhio sinistro, mentre quello di destra è realizzato con un intarsio di cristallo di rocca e con l’iride finemente incisa, rivestita di colore nero e fissata con cera d’api. Questa mancanza ha ancor di più confermato l’ipotesi che il busto fosse un modello di laboratorio e quindi non destinato ad essere ultimato perfettamente.
La regina indossa il tradizionale copricapo blu scuro, indicato come “corona a elmo”, decorato dal nastro rosso simbolo del potere. Quest’ultimo si incrocia nella parte superiore e viene fermato da una corniola e due foglie di papiro. I colori qui utilizzati (giallo, rosso, azzurro, verde) raffigurano un diadema d’oro e pietre preziose. Purtroppo oggi è andata perduta la decorazione raffigurante il simbolo reale, l’Ureo, con il cobra che si sarebbe dovuta ritrovare al centro della fronte.
Nel 1913 in accordo con il Ministero del governo Egiziano il busto fu portato in Germania ed oggi lo si può ammirare presso il Neu Museum di Berlino.
Inoltre, oggi si ha la possibilità di poter osservare una ricostruzione in 3D della regina. L’Università di Bristol ha riportato “in vita” Nefertiti attraverso lo studio della mummia e del busto in pietra calcarea.
A seguito delle analisi e della mappatura della mummia, la paleo-artista Elisabeth Daynes, attraverso un lavoro di 500 ore ha ricostruito il volto in 3D. Inoltre gli atelier di Dior hanno completato il lavoro progettando i gioielli che decorano il petto della regina.
Nonostante il risultato stupefacente non sono mancate le critiche. Infatti alcuni studiosi non sono d’accordo sull’incarnato considerato troppo chiaro e il colore degli occhi.
Senza dubbio il lavoro ha permesso di poter aggiungere informazioni relative alla storia delle dinastie egizie ma soprattutto questa ricostruzione ha confermato ancora una volta lo splendore e l’incredibile bellezza di Nefertiti. Sappiamo che il nome significa “la bella è tornata” e oggi, grazie a questi strabilianti lavori, possiamo affermare che “la bella è ri-tornata”.
Autore: Thea Federica Zacherl – thea.fe.zacherl@gmail.com
Fonte: Focus