Un abitato protostorico di oltre 10 ettari, risalente a circa 3.200-3.500 anni fa, è stato riportato alla luce a Terzo d’Aquileia (Udine), in località Ca’ Baredi, dalla prima campagna di scavi nell’area, organizzata dall’Università di Udine e dalla soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia. La scoperta rientrava nel primo progetto di ricerca sulla preistoria e protostoria dell’area aquileiese, promosso da ateneo e soprintendenza, con l’obiettivo di ricostruire i paesaggi sepolti dell’Aquileia preromana e prepatriarcale.
Gli imponenti focolari, ritrovati nell’area, indicano un assetto organizzato delle attività comunitarie, essendo utilizzati in attività di preparazione e cottura del cibo e per pratiche artigianali di lavorazione e trasformazione di materie prime a conduzione domestica, come l’industria delle pelli, dell’osso, del corno e, forse, del metallo. I sistemi di delimitazione delle aree di attività, con canalette e muretti, costituiscono ulteriori indizi di una pianificazione regolare dell’insediamento.
Fino a oggi, l’elevata antichità della presenza umana nella zona in cui sarebbe sorta Aquileia era suggerita da manufatti di rame e bronzo di età protostorica, i più antichi dei quali risalgono all’età del rame. Alcuni limitati saggi di scavo degli ultimi decenni del 900 avevano inoltre segnalato la presenza di un insediamento corredato da strutture lignee, forse cinto da una palizzata, nell’ambiente umido intorno a quello che in età romana sarebbe stato il Canale Anfora, in un’area dove, sin dalla preistoria, convergevano percorsi utilizzati per lo scambio a lunga distanza e si smistavano materie prime e prodotti finiti.
Fonte: http://www.liberoquotidiano.it , 2 Novembre 2013