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TERNI. Dopo due anni di lavori, l’anfiteatro di Carsulae viene aperto per gli umbri e per i turisti.

Il complesso monumentale romano è, a dir poco, meraviglioso. Dopo gli scavi e il progressivo recupero, dopo un importante intervento di restauro, l’anfiteatro di Carsulae – nell’attuale territorio di Terni, in Umbria – viene restituito, dopo 2000 anni ai cittadini e ai turisti.
“La nostra città ha tanti luoghi magici e straordinari di cui andare orgogliosi. – dice Leonardo Latini, sindaco di Terni – Carsulae è un piccolo gioiello che dobbiamo sempre più valorizzare e tutelare. Dopo due anni di lavori coordinati dalla Direzione regionale dei musei dell’Umbria e dalla Soprintendenza dei Beni Culturali, viene restituito alla città l’anfiteatro romano di Carsulae.
Del ricco e attivo centro di Carsulae, pianificato in età augustea, sono visibili i resti dei principali monumenti pubblici, civili e religiosi: la Curia e i templi Gemini – affaccianti sul foro –, la basilica, il teatro e l’anfiteatro, questi ultimi lungo la via Flaminia, che entrava in città attraverso il monumentale arco di San Damiano.
Il tratto urbano della strada formava il cardo maximus, lastricato con basoli di pietra calcarea e munito di marciapiedi e di canalizzazioni per lo scolo delle acque. Monumenti funerari sono visibili a nord dell’arco di San Damiano, mentre nella zona opposta è un impianto termale.
L’alimentazione dell’acqua avveniva tramite cisterne, di cui una, dopo vari utilizzi, è stata trasformata in Antiquarium e destinata ad accogliere frammenti architettonici e di intonaco dipinto, terrecotte architettoniche, nonché una serie di sculture a destinazione funeraria.
Testimonianza della diffusione del cristianesimo è la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, ricavata in epoca medievale da un preesistente edificio romano lungo la Flaminia. A lungo utilizzata come deposito di materiali archeologici, è stata recentemente recuperata e trasformata in struttura espositiva.
A sud dell’area archeologica è allestito, dal 2001, un Centro di documentazione che espone materiale in gran parte inedito, frutto dell’attività di ricerca svolta tra il 1951 e il 1972 dall’archeologo Ugo Ciotti.

Fonte: www.stilearte.it, 25 ago 2022

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