Il Museo ha sede nello splendido palazzo Vitelleschi, costruito tra il 1436 ed il 1439 sotto il pontificato di Eugenio IV, per volontà del più illustre dei cittadini della medioevale Corneto, il Cardinale Giovanni Vitelleschi. Il palazzo è uno dei più importanti monumenti del primo Rinascimento nel Lazio. Dai primi anni del ‘900 è stato sede di un Antiquarium che nel 1924 si è evoluto nel Museo Nazionale Etrusco di Tarquinia.
Nelle sale 1-2 del Museo archeologico tarquiniense sono state ricostruite due sepolture di IX-VII sec a. C.; nella sala 3 sono esposte le sculture funerarie di età arcaica e nelle sale 5-11 quelle che decoravano invece le grandi tombe gentilizie di età ellenistica e di cui la parte numericamente più consistente è costituita dalla ricca collezione di sarcofagi di produzione tarquiniese, tra i quali i pregevoli esemplari «del Sacerdote», «dell’Obeso», di Laris Pulena. Nelle sale 1-8 del primo piano sono esposte, ordinate cronologicamente e distinte ove possibile secondo i contesti di appartenenza, le suppellettili provenienti dagli scavi delle necropoli di Tarquinia.
L’itinerario di visita può avere inizio al primo piano con la sala relativa ai materiali della fase «villanoviana». Al rituale della incinerazione quasi esclusivo nella I età del Ferro si deve la cospicua serie di urne cinerarie, in forma di vasi biconici o «urne a capanna», in terracotta o bronzo, accompagnate da ornamenti, armi, oggetti cerimoniali/cultuali deposti nelle tombe quali componenti del «corredo funerario». Il percorso prosegue quindi con una successione di sale nelle quali sono esposti materiali delle fasi orientalizzante, arcaica, classica, ellenistica.
Di particolare interesse sono contesti quali la tomba di Bocchoris (faraone il cui nome risulta iscritto in una situla in faïence rinvenuta nel sepolcro) o il tumulo di Poggio Gallinaro, con alcune tra le più antiche attestazioni locali della tradizionale ceramica chiamata bucchero, uova di struzzo, avori, ceramiche etrusco-geometriche, rivelatori delle forme di autorappresentazione dei gruppi gentilizi emergenti. Analoga caratterizzazione aristocratica appartiene ai documenti epigrafici di questa fase. Notevole è la serie di vasi di produzione greca (corinzia, greco-orientale e, soprattutto attica) della collezione tarquiniese, talvolta utilizzati quali prestigiose urne cinerarie, cui segue una serie di produzione locale, recentemente definita anche in alcune sue componenti specificamente tarquiniesi. Il grande salone 7 accoglie i capolavori di ceramica a figure rosse degli inizi del V sec., rappresentati dal cratere del pittore di Berlino, con scena del ratto d’Europa, e del pittore di Kleophrades con atleti in allenamento, dall’anfora di Phintias, con scena della contesa del tripode, e dalla grande kylix con assemblea divina, di Oltos. Vasi etruschi a figure rosse di produzione tarquiniese e falisca, bronzi, opere di glittica completano l’esposizione. E’ presente anche la ricca collezione di oreficerie rinvenute nelle sepolture aristocratiche delle necropoli tarquiniesi ed una specifica sezione è riservata alle monete rinvenute nel territorio a documento della storia economica della città etrusca. Nell’ultima saletta del primo piano, la numero 8, accanto ai contesti funerari di età ellenistica è presentata una scelta dei materiali votivi dai santuari cittadini.
Al secondo piano una sala è dedicata a quelle tombe dipinte i cui affreschi furono staccati dal loro supporto naturale negli anni ’50 del novecento per motivi di conservazione a cura dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma. Nella grande Sala delle Armi, destinato in futuro ad accogliere l’esposizione dei materiali provenienti dall’area dell’antica città, è attualmente allestita una mostra sugli scavi condotti a Tarquinia negli ultimi decenni e nel settore dedicato all’esplorazione del santuario dell’ Ara della Regina, il più grande dei templi cittadini, è visibile anche il celeberrimo altorilievo fittile dei «cavalli alati», divenuto simbolo della città di Tarquinia, che decorava in origine il triangolo frontonale dell’edificio sacro. Nella Sala delle Armi sono visibili anche i corredi delle tombe villanoviane recentemente scavate nella necropoli di Villa Bruschi Falgari e i reperti provenienti dagli scavi nell’emporio marittimo di Gravisca.
Il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia dispone di un portale virtuale attraverso cui è possibile visitarne le sale, ed esplorare le collezioni collegate con quella tarquiniense disperse in vari musei d’Europa. Portale del progetto T.Arch.N.A.
Vedi: http://www.archart.it/italia/lazio/provincia-Viterbo/Tarquinia-museo-archeologico/index2.html
Info:
Piazza Cavour, 2 – TARQUINIA
Telefono: 0766856036
Dal martedí alla domenica dalle ore 8,30 alle ore 19,30.
Chiuso il lunedí, il 1° gennaio e il 25 dicembre
Tariffe: Intero € 6,00, Ridotto € 3,00
Fonte: Archeo NewsLetter, 25 giugno 2014