Una tomba a camera d’età romana nel cantiere per la realizzazione del Centro salute dell’Asl. Il rinvenimento è avvenuto nell’area degli ex Baraccamenti Cattolica compresa tra le vie Leonida e Di Palma in cui sorgerà il nuovo distretto sanitario. Lo conferma in un’intervista concessa alla Gazzetta Maria Piccarreta, direttore della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto. Per la cronaca, le indagini sono state seguite da Laura Masiello, funzionario archeologo responsabile della Tutela territoriale di Taranto, mentre sul campo lo scavo è stato condotto da Severino Dell’Aglio con l’impresa «De Marco».
Architetto Piccarreta, esattamente, nel corso dei lavori di realizzazione del “Centro salute” dell’Asl quali reperti archeologici sono stati rinvenuti?
«Le indagini archeologiche nel cantiere Asl degli ex Baraccamenti Cattolica hanno avuto inizio nel 2018 a seguito della richiesta da parte della Soprintendenza di scavi archeologici preventivi da svolgere in particolare tra gli edifici 1 e 2 dei Baraccamenti. In quest’area, in particolare, è venuto in luce un asse stradale riferibile ad età romana che conferma l’organizzazione topografica per assi ortogonali della città antica. A breve distanza da questa strada, è stato messo in luce l’ingresso di una sepoltura a camera che è stata indagata l’anno scorso».
Può descriverla?
«La sepoltura a camera con corridoio di ingresso a gradini (dromos) e porta monolitica in carparo sfruttava, come camera funeraria, una cisterna per la raccolta delle acque».
I ritrovamenti verranno valorizzati?
«Sì, sia la tomba a camera, peraltro costituita da una tipologia sino ad oggi non conosciuta a Taranto, che l’asse stradale verranno valorizzati all’interno dei nuovi edifici dell’Asl secondo un progetto che la Direzione lavori ha in corso di redazione e che sarà realizzato in collaborazione con la Soprintendenza. In questo progetto, inoltre, sono previsti alcuni pannelli esplicativi che racconteranno quanto è stato messo in luce nel corso degli scavi e con delle vetrine espositive per i tanti reperti di pregio che sono emersi nel corso delle indagini».
Il cantiere si trova in un’area molto ricca dal punto di vista archeologico. È così?
«Siamo, infatti, in una zona molto importante della città romana, in particolare, in quella occupata dalla colonia voluta da Caio Gracco e fondata a Taranto nel 123 a.C., la Colonia Neptunia».
In cosa si caratterizzò?
«Era, questa, una colonia di popolamento che le fonti ci dicono posta in uno spazio ben determinato della città antica, che corrisponde alla zona nella quale si stanno svolgendo le indagini archeologiche, già nota da altri ritrovamenti avvenuti nelle aree limitrofe. Nell’area dei Baraccamenti interessata dal progetto del Comune di Taranto la Soprintendenza ha richiesto lo svolgimento di scavi archeologici preventivi che, anche in questo caso, verranno effettuati nelle aree libere da edifici, mentre per tutte le lavorazioni che interesseranno il sottosuolo è prevista la sorveglianza continuativa sin dalle fasi di cantierizzazione».
Ma dove conservate quel che ritrovate?
«I reperti archeologici sinora rinvenuti sono conservati nei depositi di materiale archeologico della Soprintendenza ubicati a Taranto, nell’ex Convento di Sant’Antonio in via Viola 12».
Autore: Fabio Venere
Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it, 18 gen 2020