La scoperta, avvenuta negli ultimi mesi del 2021, è stata comunicata in queste ore, per motivi di riservatezza e per esplorare tutta la zona circostante al luogo del ritrovamento. Un archeologo volontario che stava perlustrando con il metal detector la zona circostante a un castello medievale ha trovato, sotto il terreno, addossato ad alcune pietre con andamento regolare, un vaso di ceramica che contiene 1290 preziose monete, tutte risalenti all’epoca di Costantino.
Costantino (274 – 337), è stato imperatore romano dal 306 alla sua morte. Fu un grande riformatore e favorì la diffusione del cristianesimo. Tra i suoi interventi più significativi, la riorganizzazione dell’amministrazione e dell’esercito, la creazione di una nuova capitale a oriente, Costantinopoli, e la promulgazione dell’Editto di Milano sulla libertà religiosa.
Il tesoro, composto da 1.290 monete del secondo quarto del IV secolo -soprattutto di rame – è stato portato alla luce a Bubendorf, un Comune di 4.440 abitanti, posto a un’altitudine di 370 metri, nella Svizzera centrosettentrionale. L’area del castello di Wildenstein – che risale al XIII secolo – è situata in quel territorio municipale.
Daniel Lüdin, volontario con autorizzazione di ricerca, era in un bosco, non lontano dal castello, quando il suo metal detector ha segnalato perentoriamente una consistente presenza di metallo nel sottosuolo. L’uomo, delicatamente, ha rimosso la zolla e si è reso conto immediatamente dell’importanza del ritrovamento. Così ha avvertito i responsabili del servizio archeologico di Basilea che hanno proceduto al recupero del vaso e allo studio di elementi circostanti, così da poter capire – gli studi sono in corso – cosa sorgesse in quel punto. Ciò che è stato stabilito è che il punto del ritrovamento si trova all’intersezione di confine di tre possedimenti romani.
Cosa sorgeva, in quell’area? Un tempietto? Un’edicola religiosa sotto la quale fu creato il deposito di monete? Le risposte potranno giungere dalla lettura dei materiali nell’area dello scavo. Il vaso è stato portato in laboratorio e sottoposto a un rilievo tac, che ha permesso di vederne il contenuto, evitando di alterarne la disposizione. La tac ha messo in evidenza anche una pezza di cuoio che divideva due blocchi di monete. E’ stato calcolato che il valore del deposito assommava a uno stipendio di circa due mesi di un legionario romano.
Fonte: www.stilearte.it, 14 apr 2022