È una scoperta voluta dal caso quella riportata alla luce da un gesto tanto semplice quanto atavico, dissodare per preparare il terreno ad accogliere una nuova coltura. È la terra oggi coltivata nelle campagne di Squillace muta custode per anni di un passato celato.
«Mentre stavo eseguendo i lavori di scasso del terreno per l’impianto di un nuovo agrumeto è venuta fuori una parte di muro che non sembrava assolutamente moderno» spiega Tommaso Lopez, proprietario dell’appezzamento di terra da dove sono emersi frammenti di una villa romana.
Dove si praticava l’agricoltura e dove il ritiro dei ricchi possidenti era reso piacevole dalla quiete della campagna.
«Ci troviamo sulla punta dell’iceberg di un grandissimo insediamento, una villa romana molto estesa che era un sito rurale, dunque, fuori dalla città di Scolacium che non è distante da qui» spiega Gabriele Castiglia, docente di Topografia all’Orbis Christianus Antiquus e tra gli esperti impegnati nella campagna di scavi.
«Noi abbiamo scavato solo una piccola parte di questa villa – ha proseguito – ossia l’impianto termale dove abbiamo identificato varie fasi di vita di queste strutture che iniziano in età medio imperiale, sulla fine del II secolo e si sviluppano fino almeno al VI, VII secolo e, dunque, anche nel momento in cui Cassiodoro era proprietario di questi terreni».
L’area è oggi divenuta oggetto di una campagna di scavi, inclusa nel progetto Vivarium perorato dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana: «Esiste la concreta potenzialità di apertura di un sito archeologico a cielo aperto e particolarmente articolato» ha aggiunto Domenico Benoci, archeologo del Piac. «Naturalmente perché il sito non rimanga un semplice elemento di studio per gli specialisti, è necessario intercettare fondi adeguati che possano permettere la fruibilità, la messa in sicurezza, il restauro e il consolidamento di quello che potrebbe diventare un parco archeologico dotato di percorsi turistici e culturali».
Secondo quanto riferito, la campagna di scavi vedrà gli archeologi impegnati per almeno altri tre anni all’interno del sito «e potenzialmente per altri cinque ulteriori, sulla base di una convenzione che il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana ha siglato l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace» ha aggiunto ancora Benoci. L’Istituto Vaticano, insieme alla diocesi, è infatti sulle tracce dei luoghi Cassiodorei, l’illustre letterato che trascorse la sua vita a Squillace dove fondò il Vivarium e che oggi attende la beatificazione.
«Una cosa interessante emersa negli ultimi giorni è stato anche il rinvenimento di una sepoltura che aveva come corredo una fibbia, una cintura di tradizione gota risalente al VI secolo e, dunque, coeva all’epoca di Cassiodoro» ha aggiunto Castiglia. Una parte dei ritrovamenti sono stati al momento nuovamente seppelliti a titolo cautelativo. L’area di interesse archeologico potrebbe estendersi per circa un ettaro.
«Il progetto Vivarium nasce all’interno dell’idea di beatificare e portare sugli altari Cassiodoro» ha spiegato il segretario del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, Carlo Dell’Osso, presente nell’area degli scavi.
«L’idea è quella di realizzare un progetto che abbia delle ricadute anche economiche e sociali per il territorio».
Autore: Luana Costa
Fonte: www.lacnews24.it 19 lug 2024