Dalla Spagna “l’ultima collana dei Neanderthal”, databile a 39.000 anni fa. Nella penisola iberica il pre-Homo sapiens utilizzava artigli di aquila per fabbricare ornamenti di natura simbolica.
La nostra società considera i gioielli status symbol. Collane, anelli e bracciali non sono semplici elementi di stile, ma indicano l’appartenenza a una classe sociale, simboleggiano legami, danno informazioni sul possessore.
Nella società preistorica, ornamenti come perline e pendenti sono prove di comportamento simbolico e di “modernità comportamentale”. Ebbene, nel Medio Paleolitico -il cui inizio, a seconda delle diverse aree, si data fra i 300.000-120.000 anni fa e termina circa 40.000-35.000 anni fa- l’Homo neanderthalensis usava artigli di rapaci attribuendogli valore simbolico, codici di una comunicazione non verbale. Grazie a studi comparati, negli ultimi tempi, l’uomo di Neanderthal vede rivalutata la sua posizione. Al contrario di quello che si pensava, questo tassello evolutivo possedeva un notevole bagaglio tecnologico e avrebbe avuto strutture sociali e culturali abbastanza complesse da trasmettere l’uso e il significato di questi codici sia nel tempo che nello spazio. Sfortunatamente, tali prove sono spesso fatti unici e poco standardizzati.
A cava Foradada, Calafell, sulla costa iberica a meno di due chilometri dal mare, un gruppo di archeologi con a capo il Dottor Antonio Rodríguez-Hidalgo, ricercatore presso l’Institute of Evolution in Africa, ha rinvenuto la cosiddetta “ultima collana di Neaderthal”.
La “reliquia” è stata trovata all’interno della grotta, in una zona stratigraficamente corrispondente al periodo in cui questa veniva frequentata da uomini della cultura Chatelperroniana. Il Castelperroniano, assimilabile all’uomo di Neanderthal, viveva nel centro e nel sud ovest della Francia fino alla Spagna settentrionale.
Gli studi a Cova Foradada sono iniziati nel 1997 e, al momento, la supervisione dello scavo è guidata da Juan Ignacio Morales e ArturCebrià. Lo studio archeologico di questo sito è incluso in un progetto SERP finanziato dal Dipartimento di Cultura del governo catalano e un altro fondato dal Ministero della Scienza, dell’Innovazione e delle Università, guidato dal professore UB e direttore della SERP Josep M. Fullola.
In terra catalana, circa 40.000 anni fa, durante il passaggio dal Paleolitico medio al Paleolitico superiore, probabilmente avvenne l’interazione tra Homo sapiens (l’avo dell’uomo moderno) e l’uomo di Neanderthal, che di li a poco sarebbe scomparso per cause ancora sconosciute.
Il gioiello preistorico corrisponde alla falange di un artiglio di un’aquila imperiale spagnola (dibattuta la specie: Aquila adalberti o Aquila heliaca ) vissuta 39.000 anni fa. L’osso, usato come ciondolo, presenta 12 incisioni di fattura artificiale non compatibili con segni di tipo naturale. Il gruppo di archeologi dichiara, su Science Advance, di escludere la possibilità che l’aquila sia stata utilizzata per scopi alimentari, sia per la povertà di sostanze nutrienti delle zampe, sia per l’assenza di segni di bruciatura. Si tratta del pezzo più recente di questi ciondoli e il primo trovato nella penisola iberica.
Gli artigli di aquila sono i più antichi elementi ornamentali conosciuti in Europa anche più antichi delle conchiglie dell’Homo sapiens sapiens dell’odierna Africa settentrionale. Il significato simbolico e non utilitario degli artigli implica che i Neanderthal abbiano avuto la capacità di creare e comprendere appieno concetti astratti. Il caso di Foradada ne indica l’uso simbolico come una tradizione radicata tra i Neanderthal dell’Europa meridionale per oltre 80 millenni.
Si ampliano quindi i limiti temporanei e geografici stimati per questi oggetti simbolici. Il dibattito sul loro reale significato significato resta tutt’ora aperto.
Autore: Alice Celeste
Fonte: artslife.com, 8 nov 2019