In perfetto stato di conservazione, risale al VII secolo a.C.
Lo conservava da tempo nel proprio attico il cittadino appassionato di archeologia, senza documenti che provassero la lecita provenienza del prezioso sarcofago egizio del VII secolo a.C.
Il manufatto è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza che sta effettuando perquisizioni e indagini nell’operazione Efesto contro reati legati al possesso illegale di opere d’arte.
Il sarcofago, in ottimo stato di conservazione, raffigura una testa lignea, dai vividi colori, parte di un coperchio ligneo di un «Neb Ankh» (sarcofago antropomorfo).
Lo ha dichiarato autentico Edoardo Alessandro Guzzon, egittologo della Fondazione per il Museo delle antichità egizie di Torino, chiamato come consulente tecnico dal magistrato di Sondrio, Stefano Latorre.
Le valutazioni definitive sul reperto saranno completate nelle prossime settimane; nel frattempo il sarcofago è custodito in una stanza blindata e il suo «possessore» denunciato per i reati commessi contro il patrimonio artistico. Purtroppo le leggi che regolano questa materia sono vecchie e inadeguate: rarissimo il carcere per i tanti furti d’arte in aumento, soprattutto in chiese semiabbandonate o poco sorvegliate mentre continua la piaga degli scavi archeologici clandestini; niente carcere e multe irrisorie troppo spesso non pagate anche per chi viene trovato con le mani nel sacco.
Autore: Tina Lepri,
Fonte: Il Giornale dell’Arte, edizione online, 22 marzo 2013