Nell’area archeologica della città romana di Libarna sono visibili le strutture monumentali dell’anfiteatro e del teatro, una porzione dell’antico tessuto urbano, tra cui due quartieri di abitazione (insulae) ai lati del decumano massimo, e un tratto di un cardine minore.
L’area archeologica di Libarna è situata a sud dell’abitato di Serravalle Scrivia, lungo la strada (ex S.S. 35 dei Giovi) che conduce a Genova. Posta in prossimità di una arteria stradale e di un nodo ferroviario, Libarna mantiene la sua posizione strategica oggi, come in età imperiale, quando la città si trovava lungo una delle principali direttrici di traffico, la via Postumia.
Le strutture dell’area archeologica permettono di leggere l’articolazione topografica della città con particolare riferimento all’età romana imperiale, testimoniando il momento di massimo splendore del sito. L’origine del popolamento va però fatta risalire, in base ai ritrovamenti, all’età protostorica, mentre le prime testimonianze archeologiche in corrispondenza dell’area attuale di Libarna sono databili tra la metà e la fine del I secolo a.C.
Il toponimo Libarna, di origine preromana, compare in alcune fonti antiche (Plinio; Itinerarium Antonini; Tabula Peutingeriana), pur non essendo definibile con certezza la data di fondazione della città.
L’apertura della via Postumia (148 a.C.) e l’ottenimento dello status di civitas favorirono tra il II e il I secolo a.C. l’attuazione di una pianificazione urbanistica programmata, le cui tracce sono evidenti nel reticolato dell’impianto urbano, che segue l’orientamento della via consolare. Come ricordano le fonti, in età imperiale Libarna era una città ricca, densamente abitata e intensamente frequentata; i materiali archeologici testimoniano un notevole ed importante flusso economico e commerciale nel corso dei primi secoli dell’impero ed un progressivo indebolimento dei commerci a partire dal III secolo d.C. La fiorente città sembra quindi perdere importanza, parallelamente al declino della via Postumia, in età tardo-antica ed altomedievale, sino a scomparire.
La riscoperta dell’antica Libarna avvenne nel corso del XIX secolo in occasione dei lavori di scavo per la costruzione della Strada Regia dei Giovi (1820-1823) ed in seguito della ferrovia Torino – Genova (1846-1854). Le indagini archeologiche hanno in seguito riportato in luce resti di edifici pubblici e di abitazioni, grazie ai quali è stato possibile ricostruire l’assetto urbano del sito.
L’attuale area archeologica rappresenta una minima parte dell’antica città, che occupava una superficie molto più estesa. Sono visibili i resti di due isolati di abitazioni, posti ai lati del decumano massimo ed incorniciati dai decumani e cardini minori. Gli isolati si suddividono in abitazioni, la cui costruzione è databile intorno alla fine del I secolo a.C. con rimaneggiamenti nei secoli successivi. Una precisa lettura delle diverse fasi costruttive non è sempre possibile; si possono comunque osservare i differenti ambienti caratteristici delle domus romane, come atrio, cubicula, tablinum, triclinio, peristili; in alcune di esse sono presenti ambienti identificati come botteghe. Di notevole interesse è la pavimentazione musiva della domus che occupa l’angolo superiore dell’isolato posto a sinistra rispetto all’ingresso dell’anfiteatro. Il mosaico, di grandi dimensioni, rappresenta il mito di Licurgo; la scena figurativa centrale è posta tra due tappeti musivi a decorazione geometrica in bianco e nero.
L’anfiteatro, costruito probabilmente nel I secolo d.C., è posto ai margini dell’abitato in posizione scenografica al termine del decumano massimo. L’elevato non è conservato, ma la monumentalità dell’edificio è ugualmente evidente dalle dimensioni dell’ellisse. Si notano le fondazioni dei corridoi d’ingresso che conducevano alle gradinate e sono visibili l’ambulacro e la sala ipogea, gli ambienti sotterranei all’arena. In base a calcoli volumetrici ottenibili dalla misura delle fondazioni, è stato ipotizzato che potesse ospitare circa 7000 spettatori.
Il teatro, anch’esso databile intorno al I secolo d.C., è maggiormente conservato, pur essendo privo del portico post scaenam, obliterato dalla sede dei binari ferroviari. Sono visibili le fondazioni degli ingressi, dei corridoi di accesso, della cavea e della scena, oltre a porzioni di elevato. Secondo le ipotesi ricostruttive il teatro poteva contenere circa 3800 spettatori.
I materiali archeologici provenienti da Libarna, in parte confluiti in alcune collezioni private, sono conservati presso il Museo di Antichità di Torino ed il Museo di Archeologia Ligure di Genova-Pegli.
Alcuni reperti sono esposti presso l’Area Museale di Libarna situata presso il Municipio di Serravalle Scrivia.
Essa costituisce un’utile integrazione alla visita all’area archeologica: i reperti rappresentano un interessante esempio dell’apparato ornamentale e decorativo degli edifici pubblici e delle abitazioni private della città romana, insieme ad alcuni oggetti che documentano aspetti della cultura materiale
Referente: dott.ssa Marica Venturino
Info:
Orari: da martedì a venerdì: 9.00 – 12.00 mentre sabato e domenica: 10.00 – 16.00. Giorno di chiusura: lunedì. L’ingresso è gratuito, visita libera.
L’area è parzialmente visibile anche dall’esterno in corrispondenza di due punti panoramici. La durata della visita è di circa 1 ora.
Per visite di gruppo prenotazione consigliata presso la Biblioteca Comunale di Serravalle Scrivia.
AREA ARCHEOLOGICA DI LIBARNA – Via Arquata 63, frazione Libarna – 15069 – Serravalle Scrivia (AL)
Biblioteca Comunale di Serravalle Scrivia
Tel: +39 0143 633627 – 634166 – Fax +39 0143 686472
E-mail: biblioteca@comune.serravalle-scrivia.al.it
Sito web: http://www.comune.serravalle-scrivia.al.it
Fonte:
Soprintendenza per i Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie
Tel. +39 011 195244 – Fax +39 011 5213145
E mail sba-pie@beniculturali.it
Sito web: http://archeo.piemonte.beniculturali.it