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SERRAVALLE di CHIENTI (Mc): Un laboratorio farà rivivere l’area archeologica.

L’intervento mira a rendere fruibile lo spazio sia come luogo di analisi e di ricercasia di raccolta dell’attività paleontologica di Serravalle di Chienti e del suo territorio. Rinasce l’area ferita dal terremoto del 1997, parte il recupero dell’immenso patrimonio di fossili.

Un laboratorio di ricerca e di restauro torna a dare una speranza per il recupero dell’area archeologica di Serravalle di Chienti. Nella stessa zona colpita dal violento sisma del settembre 1997, presto riprenderà la macchina degli scavi ma fin da subito la scienza e l’opera di restauro faranno il loro corso. Nei giorni scorsi gli amministratori comunali, con in testa il sindaco, Rinaldo Rocchi, e l’assessore alla Cultura, Venanzo Ronchetti, hanno inaugurato un nuovo laboratorio dove verranno condotti i restauri dei reperti fossili dell’area ricompresa fra Collecurti, Cesi e Madonna del Piano. Si tratta di un progetto praticamente unico in Italia.

L’idea di realizzare una struttura a servizio delle ricerca e della valorizzazione del territorio di Serravalle – spiega il sindaco, Rocchi – nasce alla fine degli anni Ottanta. L’intervento, finalmente giunto al termine, mira a rendere fruibile lo spazio laboratorio sia come luogo di studio e di ricerca ma anche di raccolta dell’attività archeologica e paleontologica di Serravalle e del suo territorio. Un territorio di interesse nazionale ed internazionale per le peculiarità dei ritrovamenti la cui potenzialità è inestimabile.

In quest’area sono stati difatti rinvenuti moltissimi reperti fossili risalenti a migliaia di anni fa per i quali si lavorò fino alla fine degli anni Novanta attraverso lunghe campagne di scavo. Tutto questo materiale – spiega la professoressa Anna Mancinelli, paleontologa e direttrice del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Camerino che è a capo dell’iniziativa insieme al professor Gilberto Pambianchi, docente di geomorfologia e geologia ambientale – deve essere studiato, recuperato e poi sarà destinato ad essere messo in mostra.

Una vera e propria sfida raccolta da diversi enti che hanno per questo deciso di dare vita a un laboratorio di restauro. Insieme al Comune di Serravalle ci saranno l’Ateneo di Camerino ma anche, e soprattutto, la Soprintendenza delle Marche. Tanto che alla cerimonia di apertura del laboratorio erano presenti pure il presidente della Provincia, Giulio Silenzi, gli assessori provinciali Donato Caporalini, Dario Conti, Clara Maccari, i soprintendenti Mara Silvestrini e Giuliano De Marinis, il presidente della Comunità montana di Camerino, Luigi Gentilucci.

Quello di Serravalle – spiega ancora la professoressa Mancinelli – d’ora in avanti sarà uno dei pochi siti in Italia dove si scaverà, si studieranno i reperti, si restaurerà il materiale che poi finirà in mostra.

E’ per noi una grande soddisfazione poter veder aperto questo laboratorio – spiega il sindaco di Serravalle, Rinaldo Rocchi – Come Comune abbiamo anche messo a disposizione dei ricercatori di Unicam e di tutti coloro i quali prenderanno parte alle campagne di scavo le casette in legno un tempo destinate all’accoglienza dei terremotati, per portare avanti con più comodità l’opera di studio e di ricerca. I responsabili della missione hanno poi già avviato le procedure burocratiche richiedendo alla Fondazione Carima un sostegno per condurre un progetto di ricerca che porti all’avvio di altre campagne di scavo.

Nel frattempo – spiega il sindaco – proseguiremo nei restauri dell’immensa quantità di materiale riportato alla luce.


 


Fonte: Corriere Adriatico 15/06/2006
Cronologia: Preistoria

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