L’imponenza è quella di un generale romano, ma c’è chi sostiene con certezza che si tratti dell’imperatore Traiano, scolpito senza veli.
Una cosa però è certa. Di quella scultura in marmo, alta quasi due metri e quindici, risalente al 110 dopo Cristo, rinvenuta nel 1842 nella zona archeologica delle “Muracce” di Ostra Vetere si erano perse le tracce, fino a che si è scoperto che era conservata perfettamente al “Musée d’art et d’histoire” di Ginevra. E per la verità la statua è addirittura considerata uno dei pezzi pregiati del museo ginevrino.
Ora è iniziata, non solo ad Ostra Vetere, una mobilitazione per fare in modo che l’imperatore Traiano, originario della Spagna meridionale e vissuto dal 53 al 117 dopo Cristo, possa ritornare in Italia per essere finalmente custodito in un museo locale.
A fare l’interessante e per certi versi incredibile scoperta è stato il geometra senigalliese Fioravante Fornaroli, 80 anni portati in maniera invidiabile, da sempre appassionato di archeologia e che si era interessato della statua fin dal 1972. Ed è lo stesso Fornaroli a raccontarci come arrivò ad individuare la statua fino a Ginevra.
“Al termine di una appassionata ricerca — spiega Fornaroli — avevo avuto qualche sentore che i miei presentimenti e le informazioni a disposizione potessero finalmente portarmi alla statua. Fu determinante però la collaborazione del dottor Isabettini, allora in Svizzera con un incarico diplomatico. Riuscimmo così a localizzare con esattezza il Traiano, custodito al museo di Ginevra. Naturalmente, non solo ogni tentativo di riavere la scultura, fino ad oggi, è andato a vuoto, ma addirittura soltanto al dottor Isabettini fu permesso di scattare fotografie”.
Alla statua del Traiano è però legato un altro singolare aneddoto: “In realtà, l’imponenza e la fierezza dell’imperatore o del generale romano — racconta il senigalliese — sono in contrasto con la mancanza dell’attributo maschile della statua. La storia è legata al ritrovamento da parte di un contadino della zona, Giovanni Brunetti. Quando l’imperatore riaffiorò dal sottosuolo, sembra che lo stesso Brunetti appoggiò la statua ad un pagliaio, prima di trasportarla in paese. Considerando che si era nell’800, il contadino probabilmente ritenendola scandalosa, non trovò di meglio da fare che mutilare la statua. Che fine abbia fatto il “pezzo” mancante, nessuno lo sa.
Quanto alla scultura, prima di Natale c’era stata la disponibilità di una artista in visita a Senigallia a riprodurla. E questo sarebbe già un importante risultato, anche se parziale”.
Ma l’obiettivo vero è quello di riuscire a far rientrare l’imponente scultura nel nostro Paese. Di certo non si accontenta di una riproduzione, per quanto fedele, il Centro di cultura popolare di Ostra Vetere che chiede il ritorno della statua, anche attraverso l’interessamento del governo.
Fonte: Presstoday 09/01/03
Autore: Sandro Galli – Il Resto del Carlino.it
Cronologia: Arch. Romana
SENIGALLIA (AN) – Rivogliamo il nostro imperatore.
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