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SEDEGLIANO – Gradisca (Ud): Un friulano di 34 secoli fa.

Lo scheletro è stato ritrovato duranti gli studi di tre villaggi protostorici finora poco indagati.

Il recente ritrovamento a Gradisca di Sedegliano (Ud) di uno scheletro appartenente a un uomo vissuto circa 3400 anni fa è il frutto delle ricerche archeologiche del progetto Dai tumuli ai castellieri: 1500 anni di storia in Friuli (2000 – 500 a.C.).

Paola Cassola Guida è la coordinatrice del gruppo di ricerca e dei sondaggi esplorativi in corso. Particolare interesse è rivolto dagli studiosi verso i tre insediamenti protostorici della pianura friulana: a questa tipologia appartengono il “Castellerio” di Savalons di Mereto di Tomba, le strutture arginate di Galleriano di Lestizza e quello appunto di Gradisca di Sedegliano. “Questi tre villaggi protostorici, delimitati da aggeri quadrangolari – spiega la Cassola nella pubblicazione Aquileia Nostra – con gli angoli orientati secondo i punti cardinali, costituiscono gli unici esempi miracolosamente scampati agli spianamenti e alle ristrutturazioni agrarie, di cui resta l’intero circuito difensivo: la loro esistenza ci permette di avere conoscenza diretta di un tipo di struttura che oggi non ha confronti in Italia. Tutti questi tre insediamenti fortificati, citati dagli studiosi sin dal ‘700, sono stati finora poco o per nulla indagati. Nel progetto di ricerca dell’ateneo udinese invece occupano una posizione preminente. Nel castelliere di Gradisca di Sedegliano, dalle difese arginate di forma rettangolare, molto ben conservate, la Soprintendenza organizzò nel settembre 2000 alcuni sondaggi limitati e ne affidò l’esecuzione a Susi Corazza, coordinatrice anche nei recenti lavori sul campo. I resti emersi da queste indagini hanno consentito di datare il primo impianto del castelliere al passaggio dal Bronzo medio al Bronzo recente. E’ stata così confermata l’antichità dei castellieri dell’alta pianura friulana, precedentemente attribuiti alla prima età del ferro”.

L’antropologo Alessandro Canci, docente al Dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università di Udine, sottolinea l’importanza del ritrovamento di Gradisca di Sedegliano effettuata ai piedi dell’aggere più antico. “La struttura dello scheletro si presume possa appartenere a un individuo di circa 45-55 anni vissuto intorno al 1400-1500 a.C. Le successive previste analisi di laboratorio daranno dati più certi. La statura dell’individuo, superiore alla media delle popolazioni coeve del nord-est di allora si aggira tra i 173 e i 176 centimetri di altezza. La struttura fisica rilevata è robusta con inserzioni muscolari potenti sia alle braccia che alle gambe con la rotula evidentemente consumata per l’eccessivo stazionamento in una postura accovacciata. Non si sono riscontrati segni evidenti di malattie. L’usura dentale al livello della radice si presenta fortemente chiara. I denti anteriori venivano usati come “terza mano” per il consumo di un’alimentazione piuttosto coriacea”.

Accanto allo scheletro è emerso un frammento di corna bovine, segno probabile di fertilità e abbondanza, e un palco di corna di cervo. Colui che è considerato dagli studiosi l’unico ritrovamento di essere umano “il primo tra i fondatori dei castellieri” del Bronzo medio-recente in tutta la regione Friuli Venezia Giulia, fa luce su un buco di mezzo millennio di protostoria friulana. Dopo il rilievo stratigrafico della sezione dello scavo e il conseguente rilievo fotogrammetrico è stato eseguito in situ il calco dello scheletro con l’utilizzo di elastomeri siliconici. I resti saranno oggetto di approfonditi studi scientifici nel laboratorio archeologico dell’ateneo udinese che proseguiranno a Miami in Florida. Qui verranno effettuate soltanto le analisi del carbonio 14.

L’assessore regionale alla Cultura Roberto Antonaz, durante la visita al sito archeologico di Gradisca di Sedegliano ha assicurato l’interessamento della Regione al fine di reperire i fondi necessari per continuare ad approfondire gli studi su questo importante ritrovamento.

Antonaz ha confermato al sindaco Corrado Olivo, all’assessore comunale Lorenzo Zanon, a Paola Cassola Guida, capogruppo di ricerca del programma Dai tumuli ai castellieri e alla coordinatrice degli scavi Susi Corazza, l’attenzione e l’interesse della Regione: “Siamo la direzione più disponibile e quindi cercheremo delle risorse che permettano di proseguire le indagini. Siamo di fronte a un castelliere che si preannuncia ricco di possibili reperti che servono per ricostruire la storia della nostra terra oltre che a dare la possibilità di incentivare il turismo culturale. Mi lamento sempre che le risorse della cultura sono poche e insignificanti e quindi – aggiunge l’assessore – bisogna agire con i mezzi a disposizione. In Regione abbiamo ancora tante cose da mostrare e da far emergere, il tutto richiederebbe ben più sostanziosi finanziamenti”.

Nei giorni scorsi gli scavi sono stati sospesi ed è stato effettuato il calco in resina della struttura ossea del soggetto. Nei primi giorni della settimana prossima i resti ossei, come si è già detto, saranno trasferiti al laboratorio di archeologia dell’Università di Udine dove si potrà stabilire con certezza l’età dell’individuo, lo stato di salute e le condizioni di vita. Un friulano di circa 3400 anni fa dunque che ha richiamato sul luogo del ritrovamento l’interesse di numerosi visitatori e studiosi.

Fonte: Messaggero Veneto 09/06/04
Autore: Maristella Cescutti
Cronologia: Protostoria

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