A 250 anni di distanza il primo lanifico scledense diventa patrimonio di archeologia industriale. Ristrutturato, con un paio di anni di lavori, sarà sede culturale ed espostitiva e motore di un progetto di riappropriazione della storia della città scandita dalle industrie tessili; fabbriche che, in passato, hanno ricavato la loro energia dalla Roggia Maestra che, ancora oggi, come un torrente in piena, corre lungo l’opificio e precipita roboante dalle chiuse in largo Fusinelle.
Attorno alla roggia e al lanificio Conte gli altri testimoni di questo passato fatto di lavoro, di sacrifici e di progresso: la Fabbrica Alta dell’imprenditore illuminato Alessandro Rossi, il giardino Jacquard, l’asilo Rossi: tutti manufatti destinati a ruotare attorno al lanificio Conte in un progetto culturale, turistico e urbanistico sul quale, da alcuni anni, lavorano le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città.
Il 22 e il 23 settembre una lunga serie di inziative festeggerà la restituzione alla città di questo importante patrimonio presentato ieri con una conferenza stampa alla quale hanno partecipato associazioni economiche cittadine, partner e operatori vari. Ma Schio non vuole soltanto riportare alla luce la sua storia di città industriale; il suo intento è più ambizioso come ha ricordato il sindaco Luigi Dalla Via: “Vogliamo celebrare il passato, ma contemporaneamente, proiettarci verso il futuro”. E con questo Dalla Via ha inteso dire che il nuovo edificio ristrutturato insieme ad un imprenditore, Alfredo Talin, non sarà solo un momunento dell’archeologia industriale, ma sede anche, al pianterreno, di attività commerciali, di negozi, di vita odierna. E i mille e passa metri quadrati del primo piano ospiteranno pezzi della storia tessile della città, mostre e convegni a livello nazionale e internazionale.
La Schio di ieri e la Schio di oggi, insomma. Nessuna imbalsamazione del passato. E la prima mostra, sabato 22 settembre, alle 17, “Da un filo d’acqua…250 anni di lavoro, creatività e innovazione”, non si limiterà a rievocare il passato, ma farà anche il punto sulla Schio di oggi, sulla sua zona industriale di 4 milioni di metri quadrati e sulle sue prospettive per il futuro. Nei due giorni di festa, nella quale sono coinvolti sponsor di un certo calibro, tutto ruoterà intorno a questo binomio di futuro e di un passato fatto di lana, di acqua, di telai e di pecore (una quarantina create, a misura naturale, da artisti di tutt’Italia saranno esposte in punti strategici della città).
Fonte: Il Gazzettino 08/09/2007