La precettorìa è identificabile con la chiesa parrocchiale di Perticano (comune di Sassoferrato), nel cui possesso entrarono i Giovanniti dopo la soppressione della “Milizia del Tempio”.
Il cabreo, che si conserva nell’archivio di Sassoferrato, conferma come, l’Ordine monastico-cavalleresco degli Ospitalieri di San Giovanni, che in Italia ereditò i titoli, i possedimenti e molte delle tradizioni dei Templari, godesse di talune proprietà a Perticano e nei suoi contorni.
I Templari erano, dunque, presenti, con una precettorìa, a Perticano (antico “insediamento di strada”, a 398 m.), non sappiamo, però, se nella porzione umbra, in quella marchigiana, o in entrambe. Come si è visto, è ben più probabile che essi avessero sede nella parte marchigiana, poiché qui sorge l’antica chiesa di San Paterniano di Perticano, già denominata “De Rivoretroso”.
La precettorìa templare di Perticano fu colpita da mandato d’inquisizione il 28 febbraio dell’anno 1310.
Come scrive ancora Tommasi, infatti: “Soltanto il 28 febbraio essi (i mandatari dell’Inquisizione) vi depositavano le pergamene con i mandati di comparizione per i monaci-cavalieri. Da Assisi il tribunale ecclesiastico si trasferì a Gubbio, dove i giudici attesero invano che il 6 marzo si presentassero i Templari, o i loro agenti, per rispondere delle accuse addebitate all’Ordine. Agli inquisitori non restava, quindi, che dichiarare la contumacia dei Templari e del gran precettore Giacomo da Montecucco, per procedere alla loro scomunica: essa fu proferita il 7 marzo con cerimonia solenne nel palazzo vescovile della città”.
Scomparsi i Templari a Perticano, deve, però, sicuramente essere rimasto in loco qualche segno tangibile della loro presenza, come uno stanziamento non meglio identificabile a Casalvento di Sassoferrato.
Autore: E. Puletti
Fonte: Pianeta Appennino, 30 aprile 2010, hooks79@aliceposta.it