“Subito dopo aver messo in rete le immagini de “l’Ultima Cena calabrese” abbiamo ricevuto un sacco di chiamate. Molti erano sorpresi, ma noi siamo consci di quanti tesori abbia la nostra terra e piano piano cercheremo di farveli conoscere tutti”.
Giuseppe Oliva, presidente dell’associazione culturale Mistery Hunters, non nasconde la felicità per aver contribuito insieme ai compagni di avventura di Mystica Calabria a squarciare il velo del mistero su quello che potrebbe essere un nuovo tesoro dell’arte e dell’archeologia calabrese (foto di Francesco Propato).
La riproduzione de “l’Ultima Cena” celebre opera di Leonardo da Vinci (di cui quest’anno si ricordano i 500 anni dalla sua morte) apre anche a latitudini meridiane le piste da seguire sulla storia di un possibile insediamento di adepti dell’artista toscano in Calabria.
“Noi ci siamo limitati soltanto a segnalare che esiste il dipinto – continua Oliva – è logico che stiamo consultando dei documenti ma ci aspettiamo anche che studiosi e appassionati contribuiscano per fare in modo che si possano avere delle informazioni sempre più dettagliate e precise. Adesso che abbiamo catalizzato l’attenzione di molti il prossimo passo è fare un sopralluogo con archeologi ed esperti d’arte che possano attraverso rilievi e studi acquisire quanti più elementi possibili”.
L’affresco si trova nel Cosentno, nel convento dei Cappuccini a Saracena, ridotto ormai a rudere e raggiungibile solo a piedi.
In base alle ricerche fatte dai membri delle due associazioni si apprende che il convento fu fondato nel 1588 e acquisì particolare importanza nel corso dei secoli XVII e XVIII diventando sede del noviziato e luogo di studi (in esso trascorse un anno il Beato Angelo d’Acri). Tra alti e bassi chiuse definitivamente nel 1915 e l’ultimo suo utilizzo fu come prigione nel 1017 e 1918.
“Non sappiamo chi sia l’autore e in che periodo sia stato realizzato l’affresco – conclude il presidente dell’associazione culturale Mistery Hunters – certo è che grazie ai primi confronti che abbiamo fatto la somiglianza con l’opera fatta da Leonardo Da Vinci è straordinaria. Speriamo che l’attenzione su questo ritrovamento continui a rimenaere alta, il sito merita certamente di essere preservato e curato”.
Fonte:
https://www.corrieredellacalabria.it/ – 5 gen 2019
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