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SANT’ELIA FIUMERAPIDO (Fr). La chiesa di santa Maria Maggiore.

Per la datazione della chiesa di Santa Maria Maggiore in Sant’Elia Fiumerapido abbiamo condotto uno studio basato su attente ricerche.
Nel 1443 (XV secolo) la chiesetta, fino ad allora dipendente dal monastero benedettino di Sant’Angelo in Valleluce, passò sotto le dipendenze di Montecassino che la consacrò alla Madonna Assunta: nel catino absidale si apre un indicativo affresco, scrostato, raffigurante proprio l’Assunta (XV secolo). La chiesetta presentava già affreschi parietali votivi del XIV secolo e altri se ne aggiunsero in quegli ultimi anni. Risalenti al XIII secolo sono invece quelli presenti nella lunetta sull’ingresso laterale.
La chiesa era già dedicata alla Madonna e veniva chiamata Santa Maria de Maione. Era stata edificata sui ruderi di un antico tempio pagano dedicato alla dea Maia. Gli appartenevano i resti archeologici ancora lì presenti.
Marco Lanni scrive che la chiesetta risaliva ai “primi tempi del Medio Evo”. Nell’VIII secolo l’abate Gisulfo di Montecassino aveva fondato a Valleluce il monastero benedettino di San Michele Arcangelo (Sant’Angelo), Santo a cui i longobardi erano molto devoti. Forse ad un paio di secoli più tardi risale la costruzione di una stazione di sosta alla destra del fiume Rapido, lungo la strada che da Montecassino e da San Germano conduceva a Valleluce.
Molto probabilmente fu nel X secolo, epoca della presenza nel monastero di San Nilo da Rossano Calabro e dei suoi 60 monaci basiliani di rito bizantino, che la stazione di sosta divenne una chiesetta: ne farebbe testo proprio l’altare dipinto con affreschi di scuola bizantina. Dalla romualdica sappiamo anche che quell’altare rivolto verso i fedeli richiamava la funzione di mensa fino alla riforma gregoriana del 1045 quando gli altari furono rivolti verso l’abside delle chiese.
Molto si è discusso del pavimento musivo precosmatesco del presbiterio della chiesa. E’ ormai cosa assodata che si tratti di opera di scuola bizantina dell’XI secolo e di epoca desideriana ma la sua collocazione originaria non era lì. Quel mosaico apparteneva al pavimento del monastero di Valleluce e da lì fu rimosso nel XVII secolo e ricostruito in Santa Maria Maggiore.

Autore: Benedetto Di Mambro – benedettodimambro62@gmail.com

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