A Santa Marinella è appena venuto alla luce il Foro dell’antica colonia di Castrum Novum, la fortezza romana costruita all’epoca delle guerre puniche, nella prima metà del III secolo a.C., per il controllo del litorale lungo l’asse della via Aurelia. Una scoperta molto importante secondo gli esperti perché consente di capire esattamente la formazione delle fortezze romane e di conseguenza che tipo di attività si svolgesse fra le mura fortificate.
“Il Foro della città – spiega Flavio Enei, direttore scientifico del progetto Castrum Novum – è posto esattamente nel mezzo dell’abitato tra le due porte principali. La grande piazza, forse ampia circa 25 metri, si presenta pavimentata in basoli di calcare e bordeggiata da un portico colonnato sul quale si aprono ambienti di probabile funzione pubblica frequentati almeno fino al V secolo d.C. Nella pavimentazione, forse della prima epoca imperiale, sussistono i resti del basamento di una grande struttura in opera reticolata a pianta rettangolare ancora in corso di scavo”.
Non solo: parti di capitelli corinzi compositi, di colonne e rivestimenti in marmo, indicano l’antica ricchezza della decorazione architettonica del complesso che doveva ospitare diverse statue a grandezza naturale e più grandi del vero, come testimoniano i numerosi frammenti in marmo e bronzo rinvenuti in tutta l’area interessata dallo scavo.
A Santa Marinella si continua a scavare, grazie al recente finanziamento della Regione e dell’impegno pluriennale sul campo, in archivio e in biblioteca, degli studiosi e ricercatori di università francesi (Lille e Amiens), della Repubblica Ceca (Ceske Budejovice, Pilsen), dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, insieme ai volontari e agli archeologi del Gruppo archeologico del Territorio Cerite, operanti nel Museo civico di Santa Marinella che, fin dal 2010, ha promosso e coordina il progetto di ricerca come concessionario degli scavi, sotto la supervisione della Soprintendenza per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.
Risultato? “Vogliamo fare di tutta la costa – spiega il sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei – una zona archeologica a cielo aperto, che va da Santa Marinella fino al Castello di Santa Severa. E abbiamo già avviato il progetto della realizzazione del Parco archeologico urbano di Castrum Novum, che sarà possibile rendere operativo a breve, progettata e fatta propria dall’amministrazione comunale di Santa Marinella e finanziata dalla Regione Lazio nel 2019.
Castrum Novum – continua Tidei – è un esempio di come le amministrazioni locali possano contribuire alla ricerca, alla tutela e alla valorizzazione del bene comune in funzione di uno sviluppo culturale e turistico ben compatibile con l’ambiente e costantemente rinnovabile. Gli scavi sono un laboratorio scientifico dove è stato possibile trovare la sinergia tra istituzioni centrali e locali e sperimentare con ottimi risultati una formula innovativa di collaborazione stretta tra università e volontariato archeologico”.
La scoperta del Foro è insomma solo l’ultimo colpo perché in questi anni sono stati rimessi in luce lunghi tratti delle mura urbane con il ritrovamento dell’angolo orientale del castrum e della relativa porta Est. Non solo: si è scoperto un lungo tratto del decumano della città, sul quale si apre un portico con probabili tabernae e ambienti pubblici prossimi al Foro; sono stati esplorati alcuni settori della caserma e delle domus che si impiantano sui suoi resti e individuato un possibile impianto termale; è stata meglio definita, tramite prospezioni, la struttura del teatro sito presso l’angolo Nord Ovest del circuito murario, del quale si è compresa finalmente l’estensione completa.
Nello specchio di mare antistante la città, nella rada portuale difesa dal promontorio di Capo Linaro, le indagini sono proseguite in relazione ai grandi impianti di itticoltura, con lo studio dei resti delle peschiere, del porto e dei fondali prospicienti, nonché con la documentazione e lo studio della lunga sezione esposta dall’erosione marina sulla spiaggia.
“I dati raccolti nel corso degli scavi – continua il professor Enei – raccontano un’intensa frequentazione dell’area castronovana, protrattasi per un tempo lunghissimo, a partire dal Neolitico fino all’età del ferro e in epoca etrusca, prima della deduzione della colonia romana vissuta poi per ottocento anni circa, tra il III secolo a.C. e il V-VI secolo d.C.: una lunga vicenda plurimillenaria, della quale alcune nuove immagini e testimonianze cominciano ad emergere dalla terra e dal fondale marino”.
Ma non c’è solo questo perché oltre al grande lavoro di ricerca si è proceduto in parallelo con l’opera di continua manutenzione e pulizia dell’area archeologica, nonché a diversi interventi di restauro per la conservazione delle strutture rimesse in luce sia all’interno del castrum che all’esterno sulla costa, nel balneum e nell’Edifico Quadrato lungo la via Aurelia. “E poi – spiega infatti la dottoressa Rossella Zaccagnini della Soprintendenza – grazie a questi scavi è stato individuato quello che era un sito conosciuto solo per rinvenimenti dell’Ottocento. Ora invece il Castrum torna di attualità: tutto questo è importante perché dimostra come con un’attenta sinergia fra comune e sovrintendenza si possa restituire a tutta la comunità un luogo storico importantissimo”.
E ora il Castrum Novum è aperto alle visite private; ci si può prenotare al 392.3025990. I resti della fortezza romana e il suo nuovo Foro sono ora a disposizione del grande pubblico. E siamo solo agli inizi: “Questo lungo territorio – commenta il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – ossia il sistema costiero collegato con l’entroterra e con il lago di Bracciano, costituisce un patrimonio artistico, storico e naturale che chiede solo di essere scoperto e valorizzato, anche grazie alla forza strutturale e alla capacità ricettiva del porto di Civitavecchia e agli investimenti sulla linea ferroviaria costiera”.
La zona, insomma, dal punto di vista archeologico, riserverà di sicuro altre sorprese. “Con le ricerche condotte – conclude il sindaco – la storia di Santa Marinella si è spinta indietro fino al neolitico, ben prima della fondazione dell’antica colonia, e ben oltre, in avanti, la sua decadenza e l’abbandono”.
Autore: Vincenzo Borgomeo
Fonte: roma.repubblica.it, 3 set 2020