Oscurata dall’enorme santuario neolitico di Grotta dei Cervi, grotta Cosma è una realtà ancora poco conosciuta del Salento. Eppure non dista molto da Badisco, in linea d’aria siamo sui 4-5 km, e forse erano assai vicini anche gli antenati che frequentarono queste cavità.
Fu scoperta nel 1970, qualche settimana dopo quella di Badisco (una sorella “minore” anche in questo!), da Bruno di Giovanni e Salvatore Prosperi, se ne occuparono gli studiosi Paolo Graziosi e Mara Guerri, che ne ricavarono notizie assai interessanti.
Siamo nelle campagne di Cerfignano (Santa Cesarea Terme), in un paesaggio bucolico, ancora immerso nella tranquillità, fra tratturi e muretti a secco.
Una grata impedisce l’accesso, ad un mondo che presenta una pittura parietale affascinante come poche…
…sbirciando attraverso le fessure si può solo intravedere l’accesso ad un piccolo mondo del Neolitico salentino, abitato dai 7000 ai 5000 anni fa.
Si vede una bellissima scena di caccia, in cui compare un uomo con l’arco, accompagnato forse da quello che sembra un cane, ed un’altra figura umana con una sorta di copricapo sulla testa.
Le scene sono create con ocra rossa. Gli ambienti della grotta mostrano, oltre ai pittogrammi, alcuni cerchi ed emicicli di pietre a secco, contenenti ceramiche ed offerte votive, ossa di animali, c’è un luogo di culto per la dea madre, ed un sepolcreto.
Gli archeologi ritrovarono una sterminata quantità di lanterne, insieme alle terrecotte, una particolarità che non si è riscontrata in altre grotte. Queste lampade erano sia portatili, che fisse nel suolo, e stanno a indicare che il luogo era sempre illuminato da timide fiammelle.
Da notare come i disegni astratti e spiraliformi qui riprodotti, richiamino le opere della Grotta dei Cervi, ma anche quelle della grotta ritrovata a Valona, dalla sponda opposta dell’Adriatico, in uno scambio culturale che doveva già esserci in quei tempi.
Immagini: Giufo Leo
Autore: Alessandro Romano
Fonte: www.salentoacolory.it, 10 apr 2021
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