Sulla spiaggia di Bibione è emersa nientemeno che un’antica villa romana. E il 2023 si preannuncia come un anno davvero appassionante per Bibione, che potrebbe diventare meta per appassionati di storia e archeologia oltre che per tutti i vacanzieri che la sceglieranno come luogo di sole e mare per eccellenza.
Una città giovane, che non ha nemmeno 70 anni di storia, custodisce infatti al suo interno una villa romana che testimonia un passato ben più antico di quanto si pensi e si prepara a scoprirlo condividendo i progressi della ricerca con i visitatori. Si tratta della “Villa di Mutteron dei Frati” che rappresenta un unicum sia per il suo straordinario stato di conservazione, con strutture preservatesi in elevato anche fino a 2 metri di altezza, sia per le possibilità che offre alla ricerca.
Nelle prossime settimane gli archeologi inizieranno le indagini, che dureranno fino alla fine del mese. Nelle intenzioni del team – che in queste ore sta raggiungendo Bibione – è organizzare anche un’apertura straordinaria al pubblico, in data ovviamente da destinarsi.
L’esistenza del sito è nota fin dalla metà del Settecento. La sua rilevanza è stata segnalata a più riprese, prima dall’avvocato concordiese Dario Bertolini (inizi ‘800) e poi da Aulo Gellio Cassi (anni ’30 del Novecento), un latisanese a cui si deve il primo scavo nell’area del Mutteron dei Frati. Consapevole dell’eccezionalità della scoperta, nel corso degli anni Novanta del secolo scorso la Soprintendenza Archeologica del Veneto ha intrapreso una nuova campagna di scavi che ha messo in luce e reso parzialmente visibili alcuni ambienti decorati della villa.
L’interesse per il sito non è mai venuto meno, ma, come spesso accade, la mancanza di risorse non ha consentito la prosecuzione delle attività. Qualche anno fa, però, rispolverando la questione in un momento favorevole per la straordinaria coincidenza di interessi, opportunità e sensibilità, si è avviato un dialogo che ha portato oggi all’avvio di una nuova ed emozionante stagione di ricerche.
Nella pineta della Valgrande, ai piedi dell’antica duna litoranea che interessa l’area, verrà eseguita prima di tutto una campagna di prospezioni geofisiche su una superficie di circa 200 metri quadrati sita nelle immediate vicinanze dei resti della villa romana ancora in parte visibili che sono rappresentate da strutture murarie con affreschi parietali e pavimenti in mosaico.
Con questa indagine si punta a ottenere una mappa di anomalie potenzialmente ricollegabili a strutture presenti nel sottosuolo, così da individuare in modo più preciso l’area da scavare. Lo scavo stratigrafico si terrà dal 6 al 31 marzo 2023 e interesserà una superficie di almeno 60 mq, che sarà indagata e documentata da un’equipe internazionale costituita da 20 archeologi, tra responsabili e studenti afferenti alle Università di Regensburg e Padova. Tra gli specialisti coinvolti ci sarà il direttore della ricerca, Dirk Steuernagel (Università di Regensburg), affiancato dai direttori scientifici, Alice Vacilotto (Università di Regensburg) e Maria Stella Busana (Università di Padova), con la supervisione di Alessandro Asta (Soprintendenza Abap per l’Area metropolitana di Venezia). Responsabile per la documentazione di scavo sarà Lorenzo Cigaina (Università di Regensburg), per le indagini geofisiche Rita Deiana (Università di Padova) e per le ricerche geomorfologiche Alessandro Fontana (Università di Padova).
Nell’area ci si aspetta di mettere in luce ambienti finora sconosciuti che consentano di integrare la pianta ad oggi nota della villa, ma anche di recuperare dati che permettano di esprimersi con più precisione sull’epoca in cui è stata costruita e abitata, sulle dimensioni che doveva avere, sulla ricchezza dell’apparato decorativo, sui possibili proprietari, sulle attività economiche e produttive che dovevano svolgersi al suo interno, anche in rapporto alle risorse presenti nell’ambiente circostante e alla rete di contatti, via terra e via acqua, che doveva interessarla.
In questa prospettiva di ricerca, che mira a delineare anche i caratteri del paesaggio antico di cui la villa era parte integrante, sempre nell’arco del 2023 si eseguiranno carotaggi, analisi sedimentologiche, palinologiche e ricognizioni archeologiche in estensione sia in Valgrande, sia nei territori alle spalle di quest’ultima, in una fascia indicativamente compresa tra il fiume Tagliamento a est e il canale Nicesolo a ovest.
Fonte: www.friulioggi.it, 4 mar 2023